Centrale a biomasse, «Realizzazione in corso»

29 settembre 2013 | 11:07
Share0
Centrale a biomasse, «Realizzazione in corso»

A seguito del recente dibattito sull’impianto a biomasse a Bazzano Futuris Aquilana precisa che: «Le attività per la realizzazione dell’impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili della Futuris Aquilana, nell’area industriale a Bazzano, nel comune dell’Aquila, sono state regolarmente avviate e sono tutt’ora in corso».

«La necessità – si legge nella nota – di diminuire l’immissione di CO2 addizionale in atmosfera ed i conseguenti effetti devastanti sul riscaldamento ed il clima del pianeta e la volontà di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili sono le ragioni che hanno determinato l’Unione Europea (Direttiva 20/20/20 e l’Italia ad adottare direttive e leggi che incoraggiano la generazione di energia elettrica da biomasse, energia solare ed energia eolica. In particolare le centrali a biomasse sono state regolate e premiate dalla normativa comunitaria e nazionale perché, oltre a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra come le altre fonti rinnovabili, possono cogenerare energia elettrica ed energia termica. Le leggi italiane hanno fissato i limiti massimi di concentrazione delle emissioni al camino delle centrali a biomassa, naturalmente a livelli ben inferiori alla soglia di rischio per le popolazioni».

«La Centrale di Futuris Aquilana – si legge ancora nella nota – rientra in questo quadro normativo ed è stata autorizzata nel pieno rispetto di queste leggi, in particolare del Decreto legislativo numero 387 del 2003, che disciplina le procedure autorizzative relative alle fonti rinnovabili elettriche. Nell’ambito dell’attività di sviluppo del progetto e della complessa procedura iniziata nel 2008, molto prima del sisma, tutti gli enti coinvolti hanno verificato scrupolosamente nel corso di oltre due anni, l’idoneità del progetto e la sua sostenibilità e quindi l’assenza di rischi per l’ambiente e per la salute pubblica. Tutte le Amministrazioni coinvolte hanno rilasciato parere favorevole».

«Come dichiarato pubblicamente, – precisa Futuris Aquilana – dopo il rilascio dell’Autorizzazione Unica alla centrale di Futuris Aquilana nell’agosto 2010, la Regione su istanza del Comune dell’Aquila ha richiesto ed effettuato una verifica del corretto svolgimento dell’iter autorizzativo e del contenuto dei pareri rilasciati. Al termine di questo riesame non si ė potuto che riconfermare quegli stessi risultati a cui era pervenuta la Conferenza dei servizi che aveva rilasciato l’autorizzazione. Il progetto ha adottato tutti i sistemi di sicurezza e di riduzione degli impatti sull’ambiente in linea con le tecnologie più avanzate e la normativa vigente. Il progetto era stato avviato dopo una lunga concertazione con gli enti locali iniziata oltre sei ani fa, nell’ambito di un tavolo coordinato dalla Provincia dell’Aquila con l’obiettivo di monitorare l’utilizzo delle fonti rinnovabili ed in particolare delle biomasse».

Dichiara Antonio Nidoli presidente MA&D e socio e consigliere d’Amministrazione di Futuris Aquilana – «L’impianto è stato autorizzato nell’agosto 2010 dopo un lungo ed accurato esame di tutti gli aspetti tecnici, ambientali, di impatto sulla salute pubblica e di sicurezza, con il coinvolgimento di 23 enti. Ribadiamo che tutti hanno espresso un parere favorevole riconoscendo la sostenibilità ambientale. Più recentemente, in sede di progettazione avanzata è stato ridotta la potenza installata da 5,5 MWe a 4,996 MWe per circa il 10% della potenza elettrica totale quindi determinando una riduzione di circa il 10% del fabbisogno di combustibile e delle emissioni in atmosfera. L’Impianto, della potenza di 4,996 MWe e con un rendimento pari al 23,5%, sarà alimentato da 54.500 tonnellate anno di sottoprodotti di legno vergine provenienti da un bacino di 70 chilometri dalla centrale che saranno forniti da Energia e Territorio, un società consortile che riunisce cooperative operatori locali e Cia».

«L’impianto di Futuris Aquilana ha un consumo inferiore anche del 60% rispetto al totale di biomasse disponibili nel bacino sulla base dei dati e dei censimenti pubblicati da Enea, dalla Regione, dall’Istat e quindi facilmente verificabili. Energia e Territorio svolgerà un ruolo di coordinamento finalizzato a salvaguardare le ricadute territoriali del sistema di filiera sviluppato» – ha dichiarato Carlo Floris presidente del Consorzio Energia e Territorio. È previsto un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni al camino in cui i dati verranno registrati mediante sistemi certificati e resi direttamente disponibili agli Enti preposti al controllo».

«Prima dell’entrata in esercizio dell’impianto – continua Antonio Nidoli – installeremo una centralina per il monitoraggio in continuo della qualità dell’aria. Una volta installata la centralina potrà verificare la situazione delle emissioni in tempo reale e le eventuali variazioni nella qualità dell’aria dopo l’entrata in esercizio. La centralina consentirà altresì ad Arta di disporre dei dati per valutare eventuali variazioni dovute al funzionamento dell’impianto e a tutti gli altri insediamenti industriali presenti nel nucleo di Bazzano. L’impianto di Futuris Aquilana sarà sottoposto a una serie di controlli molto rigidi sia sulle emissioni che sulla tipologia di combustibile utilizzata».

«Controlli che potranno essere effettuati – continua Nidoli – anche da un Osservatorio indipendente nominato dalle comunità locali. Saranno questi controlli la nostra migliore risposta allo studio dei metereologi del Cetemps che prende in esame i dati di base di una centralina di monitoraggio assai distante dalla centrale come quella di via Amiternum e posizionata in una zona a ridosso dello svincolo autostradale».

«Per quanto concerne i ricorsi al Tar che ci hanno coinvolto – conclude Aldo Mazzadi, amministratore delegato di Futuris Aquilana – crediamo nella legittimità di un provvedimento emanato seguendo tutte le regole e le normative del settore e nutriamo la massima fiducia nella competenza e nell’obiettività della giustizia amministrativa chiamata a valutarla. Auspichiamo che il Tar possa esprimersi al più presto, tutelando così l’immagine della nostra società spesso danneggiata da informazioni non basate sulla realtà progettuale e su dati oggettivi».