Aeroporto, Morgante: «Scelte fuori pista»

«In questa discussione credo sia il caso di guardare “alla luna” e non “al dito”». Antonio Morgante, collaboratore del governatore abruzzese Gianni Chiodi, commenta così le reazioni suscitate da una sua recente pubblicazione relativa all’aeroporto dei Parchi sul social network Facebook. In particolare, a suscitare le ire del popolo del web è stata una fotografia di un disastro aereo corredata dal commento “[i]Come si fa a pensare che un bacino di qualche decina di migliaia di persone (ad essere buoni) possa sostenere il traffico di un aeroporto commerciale? Populismo o idiozia? Prego per il primo![/i]”.
«L’incidente ritratto nella foto, che ha riguardato un aeromobile della compagnia Biman del Bangladesh – precisa Morgante – è accaduto nell’ottobre 2004 e non ha avuto, fortunatamente, alcuna vittima. L’ho scelta per rappresentare l’approssimazione e l’improvvisazione delle scelte dell’amministrazione Cialente che, inevitabilmente, naufragano, si arenano o vanno fuori pista. Come in questo caso, infatti, si sono fatti annunci fantasmagorici, faraonici, di vasto respiro programmatorio. Quando poi, tardi, ahimè, ci si rende conto, o qualcuno costringe a rendersi conto, che la realtà è ben diversa. La colpa è sempre di qualcun’altro. Un copione standard, usato più volte in passato e sicuramente pronto nel cassetto per essere riusato».
«Perché gli aquilani devono permettere a qualcuno di essere presi in giro?» si chiede retoricamente Morgante, sottolineando che «il buonsenso vorrebbe che l’utilizzo dell’aeroporto di Preturo avesse una vocazione molto diversa da quella immaginata dall’attuale amministrazione».
«Ciò non vuol dire – precisa il collaboratore di Chiodi – favorire Pescara o chicchessia, ma solo garantire sostenibilità ad un’idea che dovrà avere, giocoforza, il sostegno pubblico per molto tempo. Il sostegno pubblico si paga con i denari dei cittadini ed è pubblico non perché non è di nessuno, bensì perché è di tutti. Degli aquilani, come dei marsicani, dei romani, come dei palermitani. Se poi c’è ancora qualcuno che, imprigionato in logiche vecchissime e proprie di un modo di fare politica che ci ha portato al punto di collasso in cui siamo, ritiene di sostenere progetti sgangherati (inutile chiedere all’oste “come è il vino?”) con il debito, io con forza sono contrario. Contrario perché mi sono stufato di pagare per me e per i miei figli cambiali che ci impediscono di fare investimenti seri e davvero utili».
«L’Aquila, per esempio – propone Morgante – andrebbe collegata come si deve a Roma via treno. Su questo fronte Cialente dovrebbe prevedere che con le risorse del terremoto si dia vita a quel famoso collegamento veloce (ci sono già i progetti) tra il capoluogo e Tagliacozzo, in modo da innestare la rete ferroviaria che giunge a L’Aquila con la Roma Pescara. Questo si che farebbe bene a L’Aquila e all’Abruzzo. Così, pragmaticamente, si potrebbe pensare all’Aeroporto dei Parchi come spoke del sistema aeroportuale di Roma. Se invece vogliamo dar credito ad una ideaccia provincialista, a presunte battaglie tra territori dell’Abruzzo (Pescara, Marsica, Aquilano…) o a superficiali ed erronee interpretazioni di una foto, accomodiamoci pure, ma non faremmo un buon servizio al nostro territorio. Infine, lasciamo fuori il discorso delle vittime del terremoto dell’Aquila, che in questa storia non c’entra proprio nulla e che ha toccato da vicino molti, anche chi scrive, sebbene marsicano».