
Signore,
scusatemi se ho osato dubitare di voi. Avete ragione quando affermate che certi elementi bisogna lasciarli cuocere nel proprio brodo. Avete maggiormente ragione asserendo che difficilmente, alcuni soggetti, possano produrre almeno quel poco brodo necessario per evitare di bruciare. Infatti, ho appreso in questi ultimi giorni che spira aria di “Tempesta” dentro la Giunta. Adesso mi spiego perché il Massimo comunale è sempre nervoso, agitato, irascibile. Mi sembra di vederlo camminare sulla brace ardente.
[i]Figliuola,
devi sapere che, spesso, le apparenze non sono la perfetta fotografia della nostra interiorità. Immagina come può stare il primo cittadino che è costretto a camminare sul filo del rasoio per cercare di non urtare la suscettibilità dei compagni di merenda. Ancora più accorto deve stare nel dialogare coi compagni di Giunta. La botta al fianco dell’Assessore mago della ricostruzione non è stata ancora digerita e il Massimo cittadino non vede l’ora di restituire la pariglia. Freme, scalpita, morde il freno, almeno per il momento. Vedi, dalla sparata di confessioni, più o meno assurde, che ha fatto arrivare copiose sul suo “blog”, si potrebbe dedurre che il Massimo comunale possa soffrire di “dualismo”. Puoi vedere una cosa sdoppiata, oppure, in parole più semplice, puoi osservare una persona con doppia personalità. In pratica, potrebbe rappresentare due distinti individui. Questo è quello che accade al primo cittadino. Per meglio definire il termine “apparenze”, vorrei chiedere in prestito una definizione di S. Girolamo (epist. 125, 18) che dice esattamente: “Intus Nero, foris Cato” – “dentro Nerone, fuori Catone”. Nel caso nostro, mi sembra più una radiografia del nostro amico che una appropriata definizione. Posso dirti solamente che anche invertendo l’ordine della espressione, il giudizio finale non cambierebbe. In ogni caso, sono solo apparenze. [/i]
Signore,
mi avete fornito una idea precisa e, perciò, in futuro non mi lascerò più ingannare dalle apparenze. I fatti vi danno pienamente ragione. Ci sono altri avvenimenti che non mi risultano chiari. Mi riferisco ad alcune espressioni ascoltate da comuni cittadini, sorpresi dalle dichiarazioni e dagli atteggiamenti dei rappresentanti del Comune. “Sono costumi consolidati”. “Non è possibile cambiarli, tanto sono ormai consolidati”. Ditemi per cortesia, Signore, la gente vorrebbe sapere a quali costumi si riferisce, a quelli della Perdonanza per caso?
[i]Mia cara,
capisco che il turbinio delle caotiche polemiche messe in atto dal Massimo cittadino ti abbiano confuso le idee. Proverò a mettere ordine nella tua mente, almeno spero. Ricorderai certamente, e con te lo dovrebbe ricordare anche il Massimo sindaco come reminiscenza scolastica, che Cicerone (nella De Lege Agraria, 2, 35, 95) ha voluto saggiamente e sinteticamente fornire una brillante definizione dei “costumi”, la cui conoscenza ti sta tanto a cuore: “Non ingenerantur ho minibus mores tam a stirpe generis ac seminis, quam ex iis rebus quae ab ipsa natura loci et a vitae consuetudine suppeditantur, quibus alimur et vivimus”. “non sono dati agli uomini i costumi, tanto dalla stirpe da cui scendono, quanto dalle circostanze del luogo dal quale traggono alimento e dal genere di vita in cui si svolge la loro esistenza”. (In sostanza, il moderno assioma: l’ambiente crea l’individuo). Adesso, poni in diretta relazione le apparenze e i costumi e scoprirai che il Massimo comunale è tutta apparenza, quando medita, mentre ripercorre gli abituali costumi, quando protesta. Giove Pluvio ha tuonato contro i “Lupi” del Ministero dei Trasporti per la mancata firma finale della documentazione necessaria per il decollo del primo aereo. Ne ha rifatta una delle sue per non perdere l’abitudine. Fisso la data dell’inaugurazione, invito anche il Ministro, così li costringo a firmare l’autorizzazione. Non gli hanno consentito la sveltina. Ha dovuto annullare la cerimonia dell’inaugurazione del primo volo. Ha dovuto ingoiare un altro rospo amaro e deve recarsi a Roma, con la corda al collo e il capo cosparso di cenere, per portare la documentazione mancante per la chiusura della pratica. Se tutto va bene! [/i]
Signore mio,
come mai il Massimo cittadino non riesce a tirare fuori un ragno dal buco? Eppure, ha minacciato di tirare fuori le carte, i documenti segreti, le mappe per fare chiarezza. Fino ad oggi non abbiamo visto nulla, che sta succedendo sotto la torre civica?
[i]Mia cara vedova,
assolutamente nulla. Non si muove una paglia. Ha incaricato un suo fedele segugio della dirigenza comunale di indagare, di cercare, di rovistare. Ma cosa vuoi che possa trovare. Anche se dovesse trovare qualche piccola traccia, immediatamente la nasconderebbe, perché potrebbe rappresentare il “mea culpa” del primo cittadino. È di dominio pubblico, dopo il lancio della torta in faccia di Gabrielli, che la famigerata lettera, per la quale il Vice Sindaco ha restituito la delega alla protezione civile, giaceva da tempo sulla scrivania del Sindaco Massimo. Non è la prima volta che succede un fatto del genere e non sarà neppure l’ultima. Vedrai! Il segugio dirigente è stato incaricato anche di verificare la produttività, la diligenza e il comportamento dei colleghi. Non abbiamo avuto alcuna notizia in proposito. Anzi l’immobilità si è aggravata. Idee nuove non sono state prodotte. Il popolo, dopo tutta questa pantomima, ha perduto ogni speranza e non ha più fiducia nella pubblica amministrazione. E pensare che avrebbe voluto portare gli aquilani a Roma per protestare per la mancata firma dell’autorizzazione per la gestione dell’aeroporto. Credo che non ci sarebbe andato nessuno. Figurati che non vogliono andarci più neppure per sostenere le richieste di finanziamento per la ricostruzione. [/i]
Mio Signore,
allora è vero quello che dicono gli aquilani, usando un termine che ancora non riesco a capire troppo bene: millantatore. Dallo stadio fino alla Villa comunale, passando per il disastrato centro storico, avrò sentito ripetere tale termine almeno una ventina di volte da altrettanti gruppi di persone che ho incrociato. Non vorrei pensare a male. Se è vero quello che penso io non è una bella cosa. Voi cosa ne dite?
[i]Carissima,
a questo punto, così come stanno andando le cose, la gente comincia a coniare, o a riscoprire, una lunga serie di piccanti termini per definire in maniera succinta, ma con ottima approssimazione e completezza, persone e posizioni che esse assumono per dare in pasto al popolo tante illusioni e pochissime speranze. Il millantatore è un individuo che esercita una bellissima attività sollevando tanta polvere, senza concludere nulla. Un vecchio detto latino definisce elegantemente il millantatore con una semplice e breve frase, piena di significato, sul significato della quale occorrerebbe meditare con molta attenzione: “Multum clamoris, parum lanae” . Vuoi che te lo traduca fedelmente per evitare errate interpretazioni? Benissimo, leggi così: “Assai rumore, poca lana”. [/i]
Signore,
adesso ho capito per il Massimo sindaco fa tutto questo rumore su facebook e produce assai poco al consiglio comunale. A facebook è facile vendere fumo e alzare tanta polvere, tanto non costa nulla e la gente abbocca. Al consiglio, invece, siccome si verbalizza, non parla. Altrimenti dovrebbe rispondere di quello che dice. Anziché sbattere i pugni sul tavolo e alzare il tono della voce quando parla della ricostruzione delle città, non sarebbe meglio che ponesse alla giunta e al consiglio il tema della redazione del PRG per la ricostruzione e lo sviluppo corretto dell’Aquila?
[i]Mia cara,
non ti sembra di pretendere troppo? Prima di arrivare al PRG si passa per i master plan, per le varianti, per i recuperi e, poi, se Dio vuole, potremo parlare di PRG, ma solo quando lo decide Giove Pluvio. Ancora non lo hai capito. Ancora non sai cosa vuol dire “Hoc volo, sic iubeo: sit pro ratione voluntas” (Giovenale, Sat., 6, 223) che, in parole povere vuol dire “Così io voglio, così comando: il mio volere è legge”. Perciò, aspetta e spera. Non si sa mai. Può darsi che, dopo la valorizzazione di determinate aree, a qualcuno, anche dell’opposizione, possa venire in mente di parlare del PRG. Con calma e tanta pazienza. Abbi fede e prega. E così sia. [/i]