Paganica di Montereale, il rientro delle spoglie di Francesco Trocchi

di Nando Giammarini*
In tutti i centri storici delle città e dei paesi del nostro beneamato Stivale, anche in quelli di minime dimensioni, esiste il Monumento ai Caduti, una lapide o una croce, che, pur evocando trascorsi bellici, richiama ideali di pace, eventi a ricordo perenne del sacrificio di coloro che giovanissimi donarono l’ esistenza per la salvezza della Patria.A loro eterna stima e riconoscenza alla memoria.
Nell’Abruzzo montano ed in tutti i Comuni dell’Alta Valle dell’Aterno, in particolare in tutte le frazioni del Comune di Montereale, è tradizione consolidata onorarli e ricordarli nel contesto nelle varie feste patronali. Alla presenza di autorità militari civili e religiose si tiene una toccante e sentita cerimonia di commemorazione dei Caduti di tutte le guerre con la deposizione di una corona d’alloro un discorso del Sindaco e di un rappresentante della locale Comunità.
Ogni anno è sempre la stessa emozione: un brivido scuote la pelle sentendo chiamare per nome ogni caduto, udire il rintocco della campana, un colpo di mortaio, le note del Piave e dell’inno di Mameli, mentre il tricolore, simbolo dell’unità nazionale, sventola alto. Un antico rito sempre attuale cui partecipano in tanti con sincerità e sentimenti di gratitudine e rispetto nei confronti di quei giovani che io amo definire ‘fiori recisi nel suo rigoglioso stelo’. Erano figli della nostra terra, nostri fratelli, contadini ed operai strappati ai loro affetti ed alle loro famiglie; alle madri, alle spose, alle fidanzate, al calore degli amici e mandati a combattere su fronti lontani nelle trincee tra stenti di ogni genere ove soffrivano anche il freddo la fame. Molti, tra cui tanti feriti, tornarono sani e salvi alla fine del conflitto per gli altri il destino, cruento, aveva deciso un’altra cosa.
A noi ma soprattutto ai nostri giovani – donne ed uomini del terzo millennio, che non hanno conosciuta l’assurdità, la bestialità, la pazzia della guerra e non hanno partecipato, se non attraverso i libri di storia, a quello scenario apocalittico – il compito di adoperarsi con convinzione al limite delle proprie possibilità per la difesa e la salvaguardia del bene supremo dell’intera umanità: la pace. Al contempo occorre impegnarci in difesa dei valori della tolleranza della generosità, dell’uguaglianza poiché in essi sono insiti i canoni del vivere civile. È bene ricordare che siamo figli e viviamo in un Paese in cui i grandi ideali di pace e solidarietà sono sanciti dal nostro ordinamento costituzionale. Ognuno di noi ha un parente, un amico, un antenato un conoscente il cui sangue ha bagnato i campi di battaglia.
Dietro ogni nome c’è una storia riguardante tutti noi che fa parte del nostro bagaglio culturale e di memoria. Essa è necessaria quale insegnamento onde evitare errori presenti e futuri. A questo proposito diceva Primo Levi: «Se comprendere è impossibile conoscere è necessario». Facendo riferimento a questo richiamo di conoscenza e di memoria salutiamo, con affetto e commozione inchinandoci al suo cospetto, il ritorno in Patria, a Paganica di Montereale, delle spoglie di uno dei migliori figli della terra monterealese, caduto nel lontano 1944 in Germania durante la prigionia seguita all’ armistizio dell’ 8 settembre del 43: Francesco Trocchi.
Egli partì per la guerra con suo fratello alla volta della Grecia, lasciando nel dolore, oltre agli altri familiari la moglie in dolce attesa e l’intera piccola comunità paganichese. Alla fine del conflitto il fratello tornò sano e salvo, di lui si persero le tracce. La caparbietà della famiglia, che non si è mai rassegnata a dare una degna sepoltura al proprio congiunto, è riuscita ad individuare la data di morte, il cimitero tedesco ove riposava ed organizzare il rientro dei suoi miseri resti. Sabato 5 ottobre alle 15.30 a S. Giovanni Paganica di Montereale, alla presenza di autorità civili e militari al cospetto del Monumento ai Caduti si terrà una toccante e commovente cerimonia di rientro delle spoglie di questo figlio migliore della nostra terra. Onore al Caduto ed un fortissimo abbraccio alla famiglia. Uomini, o meglio giovani, come Francesco Trocchi sono un fulgido esempio per le nuove generazioni.
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