Gli psichiatri aquilani ricordano Paola Labriola

3 ottobre 2013 | 13:49
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Gli psichiatri aquilani ricordano Paola Labriola

Anche il Servizio psichiatrico universitario di diagnosi e cura dell’Aquila diretto da Massimo Casacchia, aderendo all’invito del presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), osserverà, alle ore

11 di venerdì 4 ottobre prossimo, un minuto di silenzio per ricordare Paola Labriola, medico

psichiatra di Bari, caduta nell’adempimento del proprio lavoro, proprio nel trigesimo della sua morte.

Paola Labriola fu aggredita il 4 settembre scorso durante una visita e uccisa con 28 coltellate da un uomo

che si era rivolto al locale Centro di salute mentale.

«Un evento estremamente drammatico – commentano i portavoce del Servizio psichiatrico universitario aquilano – che si collega a un problema strutturale, arginabile con un potenziamento delle risorse e un aumento della sicurezza. Le misure di sicurezza da adottare non consistono nell’istituzione di presidi armati nei Servizi che potrebbero creare diffidenza. Bisognerebbe piuttosto potenziare i servizi, dotandoli di un numero maggiore di operatori , tenendo presente la necessità di garantire la presenza di tutte le figure professionali previste, in

modo tale da fronteggiare i bisogni di cura delle persone nella loro complessità, evitando così di far ricadere

su un unico operatore incombenze che non sono di sua competenza. Una cura che abbia la persona come

protagonista e non come un semplice e passivo percettore di assistenza, garantendo ai pazienti i diritti di

cittadinanza, inclusione sociale, opportunità di vita e di salute».

«Statisticamente – aggiungono gli psichiatri aquilani – si è visto che le persone con disagio psichico non commettono più delitti di quanto ne commettano i “sani” o i “normali”. Anche per quanto concerne la pericolosità, molti studi criminologici hanno accertato la scarsa correlazione tra malattia mentale e pericolosità. Non bisogna pertanto cadere nella trappola del binomio

“psichiatria=violenza”. Comportamenti anti-sociali o delinquenziali poco o nulla hanno a che vedere con

problemi di salute mentale. Occorre quindi cautela, altrimenti si rischia di far allontanare dai Servizi di

salute mentale chi ha bisogno di cure, per paura dello stigma».

Al minuto di silenzio prenderanno parte, oltre al professor Casacchia, i medici psichiatri Rita Roncone,

Maurizio Giannangeli, Maria Grazia Marinangeli, Valter Marola, Rocco Pollice e Maurizio Malavolta, i

medici specializzandi, la caposala Anna Maria De Paolis, il personale infermieristico, i tecnici della riabilitazione psichiatrica e gli operatori del reparto. Seguirà un momento di riflessione corale sul tema del modello di assistenza psichiatrica attuale e della sicurezza degli operatori della salute mentale.