
Signore, mi dispiace disturbarvi con estrema frequenza, ma la situazione si è aggravata. Il primo cittadino mi sembra il Cid Campeador che impazza nella Sierra Morena a caccia dei “mori”. Non c’è nessuno riferimento agli arabi invasori dell’Andalusia, per carità! Lui va a caccia di mori, semplici frutti del gelso che da noi vengono chiamati mori. Adesso si ritiene un grande esperto della comunicazione. Non solo. Con quella perfetta pronuncia inglese che si ritrova, è passato alla conquista di spazi nazionali e internazionali con l’uso della “[i]faces box[/i]” (riporto fedelmente la pronuncia senza aggiungere nulla). Ho letto questa mattina su un quotidiano locale, quindi, non ho pensato e neppure ipotizzato, quanto segue: [i]“I politici e la comunicazione. Il Cialente pensiero passa su Facebook. Il Sindaco scrive su tutto, dalle questioni nazionali alle piccole beghe cittadine. Ecco una summa dell’ultimo mese”[/i]. Ho letto e riferisco testualmente Cialente ragionatore; no tav; Segretario PD; Cialente e le Regioni; economista; giurista; Pneumologo; Cialente e Renzi; Giudice; stratega; alpino; aviatore; scarriolante; affittacamere; indignato; pittore; pubblicitario; storico; fuochista; giornalista; barzellettiere; attaccabrighe; francescano; costruttore; pedagogo; profeta; sindacalista; pompiere; Cialente e i Senatori a vita. Meno male che era finita la pagina, altrimenti la lista sarebbe stata lunga. A meno che non sia la pubblicazione della prima puntata di una lunga e interminabile soppopera. Se così dovesse essere, dove andremo a mettere le mani e a trovare pace? Cercate di metterci seriamente rimedio, Signore, evitate, per quanto possibile, di farci definire tutti “barzellettieri”.
[i]Mia fedele amica, ormai i buoi sono già fuggiti dalla stalla. Montare le porte in questo momento rappresenterebbe una spesa ed una fatica inutile. C’era un’aria in un’opera lirica su questa vena: “la calunnia è un venticello” che spira verso un certo senso quando si emette. Poi, si crea un turbinio, come in un qualsiasi movimento d’aria, e il venticello torna indietro più impetuoso, travolgendo il soggetto emittente. Questo è quanto sta accadendo al primo cittadino. Infatti, vorrei farti riflettere su alcuni atteggiamenti a cui abbiamo dovuto assistere, pur non condividendo senso e impostazioni, quando ha parlato e sparlato a sproposito di tutti coloro che non erano allineati al suo pensiero. Ammesso che ne abbia avuto uno. Ricordati, poi, te l’ho detto centinaia di volte, che il “furbo” non è quasi mai intelligente.[/i]
Signore, scusatemi, ma questa affermazione non l’ho proprio capita, con tutta la buona volontà, perché se un individuo è furbo, è necessariamente anche intelligente.
[i]Mia cara, se mi fai finire di esprimere il concetto, forse, ti convincerai del concetto. Ricordati che la persona intelligente è accorta, corretta, sapiente, saggia e, quasi sempre, cura la misura delle parole e pondera anche gli atteggiamenti da assumere. Mentre i furbetti sono spocchiosi, presuntuosi, sanguigni e, soprattutto, hanno memoria corta. Anzi cortissima, perché nel giro di breve tempo dimenticano quello che pochi minuti prima hanno affermato, creando dei “vorticosi incartamenti” dai quali non riescono più a venire fuori. Guarda quello che è avvenuto con il sequestro del parcheggio, della licenza del bar inesistente, della lettera di Gabrielli della Protezione Civile, del programma elettorale mai letto e mai sottoscritto dai compagni di merenda della maggioranza. Il furbetto, di solito, costruisce attorno a se un alone di fama impenetrabile, ponendolo a difesa delle proprie gratuite e disinvolte affermazioni. Dovresti tenere a mente alcune note dei nostri avi che calzerebbero a pennello con la figura dei soliti furbetti. Te ne rammento qualcuna. Il vecchio Cicerone amava dare della situazione in esame con questa sintetica affermazione “[i]Omnes adhibere machinas[/i]” (Ep. ad Brutum, I, 18, 4), sono soltanto tre parole ma ricche di significato. Vediamo cosa dice: “mettono in opera ogni macchina (tutte le astuzie, tutte le forze per diffondere il falso, o travisare, offendere o spegnere la verità). Ti potrebbe bastare questa citazione, ma per renderti più accessibile il concetto, te ne cito un’altra di Tacito (Ann. 6, 17) “[i]Eversio rei familiaris dignitatem ac faman praeceps dat[/i]”. Traduco: “Spesso nella rovina dei patrimoni, colla roba se ne va la dignità e la fama”. Ha ragione ancora oggi. Guarda quale patrimonio è rimasto al Comune e dimmi di quale dignità e fama godono i rappresentanti politici comunali. [/i]
[i]Infine, stai bene attenta a tutte le auto definizioni che il Massimo Sindaco si è attribuito. Se le vogliamo esaminare brevemente, ti posso dire: Cialente ragionatore, avviene molto raramente; no tav, ma di quale tratta ferroviaria parla, della Sulmona – Terni in via di cancellazione o della atavica variante ferroviaria di Sassa, passata nel dimenticatoio da diversi anni; Segretario PD, una specie di conquista del potere, proprio come ha tentato di fare il suo compagno Barca; Cialente e le Regioni, accusa l’Ente superiore di non saper impiegare e spendere i fondi europei e, pertanto, chiede il licenziamento della dirigenza regionale. Mentre per quella comunale, che non produce e osteggia iniziative valide, chiede la massima promozione; economista, solamente per caso, per aver letto semplicemente dei titoli di alcune materie poste in discussione in senso critico e non in maniera affermativa, come vorrebbe dare ad intendere; giurista, soltanto per tenere il piede in due staffe, in quella che accusa e in quella che giudica, come ha sempre fatto; pneumologo, improvvisato specialista dei mali governativi, nei quali vede solo la destra, ignorando che hanno maggiore peso i compagni di sinistra; in questo caso non è pneumologo, è daltonico, non distingue più i colori rosso, bianco e blu. Per oggi, mi vorrei fermare qui. Ma vorrei concludere facendoti notare alcune carenze nelle esposte caratteristiche del Massimo Sindaco. Non ha affermato e, pertanto, non ha fatto scrivere, che non svolge minimamente ruolo e funzioni di sindaco: vedi un po’ tu se lo ha fatto scrivere da qualche parte ben nascosta. Qualche tempo fa ha asserito che si alza alle prime luci dell’alba e comincia a lavorare per il Municipio, dove si reca ancor prima che venga aperto il portone d’ingresso, per uscirne la sera tardi, dopo il tramonto. Non finisce qui la giornata lavorativa del grande lavoratore, perché, subito dopo il tramonto, prende servizio alla ASL per redigere una lunga serie di relazioni sulla funzionalità e produttività dei vari reparti. Poi, ritorna finalmente a casa. Dovrà pure mangiare qualcosa. Dovrà anche riposare quel minimo necessario per recuperare qualche granello di forza. Allora, dopo tutti questi impegni mi sapresti dire dove trova il tempo per reggere gli assillanti impegni dei dialoghi facebook con tutto il mondo. Dove trova il tempo per svolgere il compito di primo cittadino e dove trova il tempo per redigere tutte quelle relazioni professionali di controllore del lavoro altrui presso la ASL? Se avrai l’accortezza di analizzare e elaborare le riflessioni che ti ho sottoposto con le ultime domande, capirai inequivocabilmente la differenza tra l’intelligenza e la furbizia. Nella casa comunale abbonda solamente la furbizia, altrimenti la ricostruzione avrebbe potuto raggiungere livelli ragguardevoli. Adesso, non replicare. Non farmi perdere ulteriore tempo. Riferisci se vuoi e se ne valuti opportunamente la possibilità. Altrimenti resta in silenzio e risparmierai fiato ed energie.[/i]
Signore, come al solito, grazie per gli insegnamenti. Ti prometto che pregherò per i furbi, affinché possano, col tempo, diventare discretamente intelligenti. Non perderò tempo a riferire, perché sarebbe tempo perso. Credo che nessuno sarebbe in grado di ascoltare. E così sia.