Ance L’Aquila: «Sì a politiche di legalità, no ad ostacoli»

4 ottobre 2013 | 14:27
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Ance L’Aquila: «Sì a politiche di legalità, no ad ostacoli»

«Che ci si debba difendere dalle imprese mordi e fuggi che non lasciano valore aggiunto sul territorio e da quelle che mirano ai contributi della ricostruzione per risanare bilanci disastrati e poi lasciare i lavori a metà, con tutte le conseguenze per i cittadini, Ance L’Aquila lo dice da tempo. Ma non solo lo dice, lo persegue direttamente come uno degli obiettivi prioritari in tutti i tavoli istituzionali, governativi, tecnici a cui partecipa da quattro anni e mezzo». Lo ha detto il presidente dell’associazione provinciale dei costruttori edili, Gianni Frattale, in una nota relativa alle recenti prese di posizione nei confronti di aziende aquilane.

«Ci fa piacere che anche Confindustria sia dello stesso parere – aggiunge Frattale – ma forse la ricetta proposta, quella di impedire alle imprese di andare oltre un tetto di commesse, è una soluzione ingenua e illusoria. Il tema è stato sviscerato in tutte le sue sfumature nei tavoli con il ministero per la Coesione territoriale, competente per la ricostruzione tramite il capo dipartimento Aldo Mancurti. C’è grande sensibilità su questo obiettivo, ma pochi strumenti legittimi».

Secondo l’Ance ogni tentativo legislativo di limitazione dei lavori per un’impresa cozza con le regole del libero mercato e della libertà d’impresa. «Una simile imposizione quindi – si legge ancora nella nota di Frattale – aprirebbe contenziosi immediati e sicuramente perdenti per l’amministrazione e per gli imprenditori locali. Non si può impedire ad un’impresa sana che ha sempre rispettato i patti contrattuali e riconsegnato lavori di qualità e per tempo di acquisire commesse, di crescere e di creare lavoro e sviluppo nel Paese. E sorprende che sia proprio Confindustria a proporlo».

La ricetta proposta dal presidente dell’Ance è, invece, quella di far leva sulle «nostre credenziali d’imprenditori che hanno la loro storia lavorativa e personale ben radicata nel territorio. Nel nostro territorio regionale, storicamente lontano da contaminazioni della criminalità, la credibilità d’impresa e la reputazione possono fare la differenza». Per questo, Ance L’Aquila insiste anche in questa occasione «sulle politiche di legalità e trasparenza come il [i]rating[/i], una sorta di ‘pagella pubblica’ di qualità sulle capacità reali di un’azienda; o l’elenco degli operatori, liste di imprese sane e controllate, depositate nelle prefetture; per non parlare delle polizze assicurative e fidejussorie sui cantieri per coprire i rischi di ritardi e lavori non eseguiti o eseguiti male ed altri validi strumenti contrattuali».

«Sul rispetto di queste regole – ha concluso Gianni Frattale – la competizione non è fra imprese grandi o piccole, locali o forestiere, ma fra imprese oneste o meno. Se ostacoli si vogliono mettere, possono essere solo ostacoli all’illegalità. Per il resto è il cittadino committente che sceglie a chi affidare i lavori».