
di Antonella Calcagni
La Coop torna alla carica, chiedendo di poter realizzare un proprio punto vendita nella zona Ovest della città. Si tratta dell’area ubicata nei pressi dell’hotel Amiternum che ospita il capannone dell’ex supermercato Dico, interessato qualche tempo fa da lavori di ampliamento affidati alla ditta Palmerini, mai portati a compimento.
L’intenzione di Coop è quella trasferire su quel sito il punto vendita che si trova ora al Torrione, alla luce dello sfratto subito dal proprietario dell’immobile. Entro la fine del mese di ottobre la Coop dovrà lasciare l’immobile del Torrione e se non avrà modo di trasferire la propria attività in città potrebbe decidere di dire addio all’Aquila con tutti gli esercizi commerciali, in quanto non avrebbe modo di mantenere al lavoro gli 80 dipendenti assunti in totale.
L’obiettivo di Coop è quello di aprire all’Aquila Ovest un punto vendita di circa 2 mila metri quadrati. Il problema è che solo una parte dell’area sembra avere una destinazione commerciale, si chiede pertanto al Consiglio comunale una variante di destinazione d’uso per la porzione rimanente da artigianale a commerciale. L’ennesima variante dunque sta per approdare in Consiglio comunale, dopo quella richiesta per la sede della dottrina cristiana. Varianti che filosoficamente vedrebbero contrari anche alcuni componenti di maggioranza, trasformandosi così in veri e propri test di tenuta.
Su un piatto della bilancia si presenta dunque l’ennesimo “schiaffo” al Prg vigente, dall’altro c’è la delicata questione occupazionale visto che 80 posti di lavoro in meno peserebbero sull’economia già disastrata del territorio.
Prima del sisma la Coop aveva chiesto di realizzare un centro commerciale in un’area ben più vasta erosa in seguito dagli insediamenti del progetto Case. La Cooperativa decise così di aprire un punto vendita a Bazzano e un altro a Scoppito.
Sottotraccia sembra che il sindaco Massimo Cialente stia sondando le opinioni anche di alcuni consiglieri di opposizione prima di far approdare la variante nel Palazzo. Il timore è andare sotto ancora un volta facendo emergere spaccature della maggioranza.