L’Aquila ‘attraente’ nonostante le macerie

5 ottobre 2013 | 12:28
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L’Aquila ‘attraente’ nonostante le macerie

L’Aquila, nonostante le macerie e i puntellamenti legati al sisma del 6 aprile 2009, è nella top ten dei capoluoghi di regione più “attrattivi” d’Italia. E’ quanto emerge da un’indagine basata sullo Ial (Indicatore di attrattività locale), sviluppato dal centro studi di Assirm – l’associazione degli istituti di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale – in collaborazione con Gian Carlo Blangiardo, ordinario di demografia all’Università Bicocca. Il lavoro è stato presentato a Milano con l’obiettivo di analizzare in ottica Expo 2015 il livello di attrattività del Paese.

Secondo l’indagine la medaglia d’oro del capoluogo di regione più attrattivo d’Italia va a Trento, seguito sul podio da Roma e Perugia. L’Aquila ottiene il sesto posto, mentre al quarto e quinto posto ci sono Milano e Bologna. La maglia nera per l’attrattività locale va invece a Napoli, che si posiziona all’ultimo posto della graduatoria, preceduta da Palermo e Bari.

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Sulla base dei dati diffusi da fonti pubbliche, ad esempio quelli provenienti dal ministero dell’Economia e della Finanza o dall’Istat – spiegano i portavoce del centro studi Assirm – l’indice Ial, attraverso l’utilizzo di un “cruscotto socio-economico” formato da 9 indicatori elementari più un decimo riassuntivo, è in grado di fotografare le caratteristiche economiche, demografiche e sociali di un territorio e valutarne, così, la competitività. In particolare gli indicatori sono: reddito mediano, divario ricchi/poveri, percentuale dell’obbligo scolastico non conseguito, percentuale del possesso diploma, età media popolazione, numero indice variazione popolazione 2006-2010, numero indice variazione famiglie 2006/2010, indice migratorio, attrazione ed eterogeneità».

Sulla base di questi indicatori l’Assirm ha realizzato una vera e propria classifica dei capoluoghi di regione per stabilire quale sia la città italiana più attrattiva a partire dalle sue potenzialità economiche, umane, demografiche e sociali. «Non colpisce il primo posto di Trento, città-laboratorio emblema del Nord-Est produttivo che continua a rappresentare un’area privilegiata della geografia socio-economica italiana», commenta Alessandro Amadori, direttore del centro studi Assirm. «Più interessante – aggiunge – il secondo posto di Roma: città piena di problematiche, ma intrinsecamente attrattiva, unica vera città galassia del Paese. Se il primo posto di Trento conferma che “piccolo è bello”, il secondo di Roma ci fa capire che “grande significa ancora attrattivo”. E probabilmente in futuro lo sarà sempre di più».

La capitale è il comune migliore per potenziale economico-umano e demografico, Milano invece è il comune con capitale sociale maggiore. Per quanto riguarda il capitale demografico, i due comuni peggiori sono Torino e Genova. Napoli e Palermo invece sono i comuni con capitale umano e potenzialità economiche minori.

Dai dati comunque emerge che tra dimensioni e attrattività non c’è una vera correlazione e che l’Italia è una realtà territoriale complessa, unica nel suo genere, dove nessuna città è realmente “egemonica” rispetto alle altre e dove il boom abitativo delle grandi metropoli convive con la tendenza a scegliere città di medie dimensioni. Nella top ten della classifica, infatti, sembra confermata l’alternanza tra piccolo e grande: con Perugia al terzo posto, seguita da Milano al quarto, con L’Aquila al sesto seguita da Firenze all’ottavo e così via.

La classifica elaborata da Assirm inverte a tratti il luogo comune sul Nord sempre più attrattivo rispetto al Sud. A dimostrarlo è il posizionamento di Campobasso al decimo posto, sopra quattro città del Nord: Torino, Venezia, Aosta e Genova. A chiudere la classifica, tuttavia, restano tre grandi città del Sud, tradizionalmente afflitte da problemi strutturali: Bari, Palermo e Napoli.

Torino, all’undicesimo posto, secondo i ricercatori «nonostante la buona qualità della vita odierna paga lo scotto di un lungo processo di de-industrializzazione, che non si è ancora concluso. Il tredicesimo posto di Aosta, appena due posti sopra Catanzaro, incarna la situazione paradossale di una provincia ricca e felice, ma oggi effettivamente marginale, rispetto ai grandi assi creativi, e ai flussi principali di persone, risorse e idee, che attraversano l’Europa e il mondo».

«Lo Ial – ha spiegato il presidente di Assirm Umberto Ripamonti – è uno strumento che aiuta a comprendere le caratteristiche di un territorio e a valutarne la sua competitività, in un momento in cui la competitività è la vera sfida con cui si devono confrontare tutti i territori». «Il progetto di Assirm, in ottica Expo 2015 – ha aggiunto – è di mappare il territorio italiano, attraverso il livello di benessere, attrattività e potenzialità di sviluppo delle sue città per individuare i comuni virtuosi che possano fungere da esempio per il resto del Paese».