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«Con canone equo Coop può restare al Torrione»

di Antonella Calcagni

«Se la Coop ci offre un canone equo, per noi può restare». A Paolo Baldoni, proprietario del capannone e dell’area occupati dal punto vendita Coop del Torrione non va di passare per l’”orco cattivo” che mette sul lastrico i lavoratori. Le cose stanno in maniera ben diversa secondo il proprietario dei locali, che da 12 anni ospita il supermercato.

«La verità è che stanno facendo di tutto per essere cacciati – continua Baldoni – mi hanno fatto una proposta di rinnovo del contratto maggiorata di un terzo rispetto al contratto originario che era in lire, fatto 12 anni fa; aumento che avrebbe coperto solo il tasso di inflazione». Baldoni ha detto no, Coop non ha offerto di più, così è stata avviata la procedura di sfratto che sicuramente non sarà compiuta come sostiene qualcuno, entro ottobre.

Per la proprietà, mettere fretta sarebbe solo un modo per condizionare le scelte. «Il contratto prevede, dopo la fase giudiziaria, il ricorso ad un arbitrato – svela Baldoni - il collegio è stato nominato solo qualche giorno fa. Inoltre un’altra clausola garantisce la concessione di un ulteriore anno di tempo per liberare i locali una volta definita la controversia». Nessuna fretta, dunque.

Baldoni dice chiaramente che per i lavoratori non è una questione di giorni come qualcuno strumentalmente vuol far credere, smontando il caso anche da un punto di vista occupazionale. «Se Coop licenzia i dipendenti li riassumeremo noi - dice Baldoni - sicuramente, andata via Coop affitteremo i locali ad un altro supermercato. Ci hanno fatto già molte offerte».

Baldoni è convito che Coop intenda trasferirsi nel sito di Sant’Antonio perché l’immobile le costerebbe meno visto che la destinazione è solo parzialmente commerciale (il resto è artigianale). Così con una variante piccola piccola l’amministrazione comunale farebbe felici sia Coop, sia la ditta che avrebbe acquistato la proprietà del capannone dell’ex supermercato Dico. Si tratta di una delle imprese Palmerini che in origine aveva avviato i lavori di ampliamento dei locali.

«Se Coop ci tiene tanto a trasferire il punto vendita a Sant'Antonio perché non acquista un capannone commerciale ubicato 400 metri più avanti rispetto all’ex Dico di proprietà della famiglia Gallucci? E’ forse il caso di ricordare che i supermercati vanno aperti in immobili con destinazioni commerciali. Basta con gli affari».