Strage Lampedusa, «La solidarietà non basta»

6 ottobre 2013 | 12:27
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Strage Lampedusa, «La solidarietà non basta»

«Affamati, avventurieri, superstiti e poi indagati. Questo è l’identikit di uomini, donne e bambini che ci ha portato il mare, pensando di averli salvati. Invece ha delegato la loro esistenza ad una cattiva coscienza collettiva europea che fra tre giorni si scorderà di loro delegandoli all’archivio del “[i]che ci possiamo fare, anche noi abbiamo i nostri problemi[/i]”». Il consigliere straniero al Comune dell’Aquila Gamal Bouchaib commenta così la morte di oltre trecento migranti a Lampedusa.

«La Germania – aggiunge il consigliere – vuole rimettere in treno 300 rifugiati, la Francia è lontana da questi problemi, l’Italia esita nei tavoli diplomatici europei e il Mediterraneo continua ad insegnarci che ciò che ci dona, anche se sono morti, è la nostra faccia, la nostra indifferenza e la nostra cattiva coscienza».

«Ciò che succede – conclude Gamal Bouchaib – offende la costituzione italiana e le leggi europee. Oltre alla fredda solidarietà servono atti concreti che richiedono fondi, per cui il motto è “parlami di tutto, ma non mi toccare la tasca”. Fra un mese saremo punto a capo, ma è doveroso un ordine del giorno in Consiglio comunale per chiedere al Parlamento italiano misure concrete».