
Meno nascite in Italia e madri sempre più mature: questo quello che si evince dai dati del nono Rapporto Cedap, che ha analizzato i comportamenti delle donne e lo stato delle nascite in Italia.
I dati, che si basano sulle gravidanze e i parti del 2010, danno un ritratto dell’Italia sempre meno incline alle nuove nascite, con madri sempre più in là con l’età (dato che avevamo visto anche in questo studio dell’Istat).
Se nel 2009 i nati erano 557.300 nel 2010 sono circa 3000 le nascite in meno (554.428). In 1,38 dei casi su 100 le gravidanze sono state possibili grazie alla procreazione assistita.
Altro dato interessante della ricerca è il fattore anagrafico: l’età in cui si decide di rimanere incinta è oltre i 31 anni per le italiane, mentre per quanto riguarda le donne straniere si scende addirittura a 29,3 anni.
Nonostante l’innalzamento dell’età si riducono le amniocentesi; il dato non è sintomatico di una mancata attenzione nei confronti della salute del bambino, visto che resta alto il numero dei controlli effettuati durante la gestazione; nell’84% dei casi il numero di visite ostetriche raggiunge i 4 controlli e nel 73,2% dei casi si effettuano più di 3 ecografie. Grazie alla maggiore prevenzione il tasso di mortalità natale è fortunatamente sceso a 2,72 nati morti ogni 1000 contro i 2,83 del 2009.
Quello che sembra calare è invece il ricorso al cesareo; rispetto all’anno precedente scende di mezzo punto la percentuale delle donne che danno alla vita un figlio tramite questa operazione, arrivando al 37,5% delle nascite.