Accademia Immagine, cronaca di un addio

9 ottobre 2013 | 20:00
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Accademia Immagine, cronaca di un addio

Si arricchisce di nuove rivelazioni la telenovela relativa alla messa in liquidazione dell’Assemblea internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immagine. Dal verbale della seduta dell’assemblea del 6 agosto 2013 che sentenzia la condanna a morte della prestigiosa struttura emergono particolari inquietanti.

Dal documento si evince chiaramente che la volontà precisa della Regione era la messa in liquidazione, anche se ciò avrebbe comportato la perdita di 6 milioni di euro di contributi per la ricostruzione dell’immobile di Collemaggio, sede dell’accademia. Dalle carte emerge, altrettanto chiaramente, il tentativo disperato del sindaco di salvare la struttura.

Alla seduta parteciparono oltre che il sindaco Massimo Cialente anche l’assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, l’avvocato Antonio Morgante e il presidente Giovanni Di Stanislao. All’ordine del giorno vi era appunto lo scioglimento dell’Accademia con la nomina di un liquidatore ai sensi dell’articolo 28 dello statuto.

Nel verbale il sindaco riferisce dell’esistenza di un piano industriale dell’accademia, riferendo che i debiti scaturiscono anche da contributi non versati dalla Regione, riferisce poi della stipula il 3 aprile 2009 di un mutuo che si sarebbe dovuto formalizzare il 6 aprile 2009 finito in fumo perché l’immobile, a garanzia, sede dell’accademia era stato molto danneggiato dal sisma.

Sempre in quella seduta il sindaco, si legge nel verbale, ricorda che esisteva, tuttavia, un contributo di 6 milioni di euro per la ricostruzione che avrebbe potuto garantire la ripresa dell’attività. Contributo che con la messa in liquidazione sarebbe andato irrimediabilmente perduto. Per questa ragione Cialente propone la nomina di un Cda «per non dare l’impressione alla città di voler smantellare l’accademia, dando nel contempo incarico di messa in liquidazione ad un collegio aquilano fatto di commercialisti e professionisti che avrebbero lavorato gratuitamente». Proposte alle quali si mostrarono sordi gli interlocutori.

Prendendo la parola, l’avvocato Morgante, nel verbale, riferisce la chiara volontà del presidente Chiodi di mettere in liquidazione l’ente. Dal canto proprio invece, nel tira e molla, Cialente propone la nomina di un commissario. Sul punto l’assessore regionale De Fanis non si scompone nell’apprendere la probabile perdita del contributo, anzi invita a «non divulgare la notizia altrimenti i debitori verrebbero aggrediti».

No al commissario, dunque, da parte dei rappresentanti della Regione in quanto la scelta sarebbe in contraddizione con la volontà del presidente Chiodi. Alle 17.15 il liquidatore è nominato, a nulla servono le minacce di Cialente di andare a relazionare sull’Accademia alla Guardia di Finanza e puntare il dito contro la volontà politica di uccidere l’accademia.