Intesa tra ministero Ambiente e Federutility

9 ottobre 2013 | 12:31
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Intesa tra ministero Ambiente e Federutility

Valorizzazione dell’acqua di rete, riduzione dei rifiuti e abbattimento delle emissioni di CO2. E via libera alle ‘case’ o ‘chioschi’ dell’acqua. Questo lo spirito del protocollo d’intesa siglato oggi tra il ministero dell’Ambiente, Federutility e Aqua Italia/Anima al Festival dell’acqua in corso a L’Aquila, organizzato proprio dalla Federazione delle imprese energetiche e dell’acqua.

L’intesa – firmata dal ministro Andrea Orlando, dal presidente di Federutility Roberto Bazzano, e dal presidente di Aqua Italia Giorgio Moro – ha l’obiettivo di «migliorare la qualità del servizio idrico e ridurre i rifiuti derivanti da contenitori in plastica, promuovendo ed incrementando l’uso dell’acqua di rete». Per centrare l’obiettivo il protocollo promuove «la diffusione sul territorio dei ‘chioschi’ dell’acqua, la sensibilizzazione dei cittadini, il rispetto della risorsa idrica» e anche la «riqualificazione ambientale di aree degradate».

Nel corso della giornata è stato anche presentato il ‘Manuale operativo sui chioschi dell’Acquà, giunto alla terza edizione e realizzato da Federutility e Aqua Italia.

Oltre 800 chioschi dell’acqua in Italia, in 2 anni più 500 – Sono oltre 800 le casette dell’acqua in Italia. Un vero e proprio boom, per quelle che più comunemente sono chiamate ‘fontane’ dell’acqua pubblica realizzate in molti comuni italiani per l’erogazione di acqua di rete refrigerata o gassata: negli ultimi due anni sono passate dalle 354 del 2011 alle 817 del 2013. Questo quanto emerge dal Festival dell’acqua organizzato da Federutility (la Federazione delle imprese energetiche e dell’acqua) a L’Aquila, dove oggi è stato firmato un protocollo d’intesa per la valorizzazione dell’acqua di rete tra il ministero dell’Ambiente, Federutility e Aqua Italia (Associazione dei costruttori di impianti e componenti per il trattamento delle acque primarie) e Anima.

Maglia rosa per il maggior numero di fontanelle la guadagna la Lombardia con 382. La classifica prosegue con l’Emilia-Romagna con 134, il Piemonte con 126, la Toscana 60, il Veneto 44, la Campania 14, il Lazio 13, le Marche 13, il Friuli Venezia Giulia 8, il Trentino Alto Adige 6, la Sardegna 5, la Liguria 4, la Valle d’Aosta e l’Abruzzo 3, l’Umbria e la Puglia 1. Gestori del servizio idrico e comuni si sono fatti, in alcuni casi, promotori di queste casette dell’acqua o ‘chioschi’ «per ridurre l’impatto ambientale del consumo di minerale e per offrire ai cittadini garanzie di trasparenza sulla qualità dell’acqua di rubinetto».

L’ambiente ringrazia: «Con i 188 litri di acqua in bottiglia pro capite nel 2011, l’Italia detiene il primato europeo per il consumo di acqua in bottiglia; l’80% delle quali sono in plastica, con impatti evidenti in termini di rifiuti prodotti. Le bottiglie rappresentano una quota del 5% dei rifiuti provenienti da raccolta differenziata».

Non solo sostenibilità alla fine del ciclo ma anche all’inizio nella fase di produzione, perché «alle bottiglie in Pet – spiega Federutility – un impatto ambientale in fase di produzione» che per «1 kg (25 bottiglie da 1,5 litri)» è pari al consumo di «2 kg di petrolio e 17,5 litri d’acqua». L’acqua che invece «arriva ai chioschi e attraverso gli acquedotti non percorre neanche un metro su strada: è un’acqua ‘a chilometro zero’». Federutility e Aqua Italia hanno anche presentato un ‘Manuale operativo sui chioschi dell’Acquà, che è giunto alla terza edizione.

Legge stabilità, serve razionalizzazione – «Credo che si tratterà di fare dei sacrifici. Sono disponibile ad una razionalizzazione ma penso che non si debbano penalizzare gli investimenti». Così il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando risponde – a margine del Festival dell’acqua in corso a L’Aquila – a chi gli chiede che cosa bisognerà attendersi dalla Legge di Stabilità. Il ministro ricorda che per esempio “investire” in sicurezza del suolo e in gestione efficiente dei rifiuti convenga sia da un punto di vista economico, dal momento che «i costi dei danni sono superiori a quelli della prevenzione», sia da un punto di vista ambientale.

Prossimo anno Conferenza nazionale sull’acqua – Il prossimo anno sarà programmata una Conferenza nazionale sul tema delle acque. Lo annuncia il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. «Per il ministero dell’Ambiente – aggiunge Orlando – regolazione ambientale e regolazione economica del settore idrico devono integrarsi a vicenda».

Parlando del ruolo di ministero e Autorità per l’energia elettrica e il gas, prosegue Orlando, «dobbiamo trovare il modo con cui i due piani e le rispettive competenze debbano e possano integrarsi: al ministero dell’Ambiente interessa proteggere e tutelare la risorsa idrica in quantità e qualità e garantirne gli usi nel modo più adeguato nel rispetto della legge, degli standard ambientali e degli obiettivi comunitari». «Abbiamo poi intenzione di coordinare meglio con l’Authority – spiega il ministro – le rispettive competenze, avviando un confronto teso alla leale collaborazione in materia di costi ambientali e della risorsa, di individuazione degli obiettivi, e del loro collegamento con le politiche tariffarie».

Fondi 2014-2020 prevedano interventi per settore idrico – «E’ urgente per noi arrivare ad una definizione chiara e definitiva del sistema tariffario idrico in modo che nei prossimi anni i gestori del servizio idrico abbiano gli strumenti per fare gli investimenti e garantire così gli obiettivi di politica ambientale, alcuni dei quali ci attendono tra pochissimi anni». Lo afferma il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando intervenendo a una tavola rotonda sulla regolazione nel servizio idrico.

«Mi auguro pertanto che l’attuale quadro di incertezza – aggiunge Orlando – venga rapidamente superato con l’approvazione di un provvedimento tariffario definitivo, stabile e chiaro. Il governo e questo ministero intendono vigilare perché questo avvenga e dare in questo senso il proprio contributo».

«Al tempo stesso siamo impegnati a definire in che modo e in che misura il governo – spiega il ministro – potrà sostenere una parte degli investimenti attraverso l’utilizzo di fondi specifici, per esempio i Fas; stiamo anche lavorando di concerto con le regioni alla realizzazione di un Pon Ambiente perché riteniamo che vadano utilizzati una parte dei Fondi comunitari 2014-2020 per finanziare infrastrutture idriche. E sarebbe la prima volta».