
di Roberta Galeotti
Demanio, sanità, cultura, ambiente, lavoro. Sono solo alcuni dei temi che saranno discussi venerdì 11 ottobre dalle ore 21.00 presso il Parco degli Ulivi di Scerne di Pineto, dove Luciano Monticelli e Luciano D’Alfonso (Luciano al quadrato, recita il manifesto, ndr) incontreranno la popolazione in vista delle imminenti elezioni regionali.
«Si tratta – spiega meglio Monticelli – del primo di una serie di incontri in programma sul territorio. Di sicuro uno dei più interessanti, visto che al mio fianco avrò Luciano D’Alfonso, un politico che molto ha dato alla sua città, Pescara, dove si è distinto per un’ottima amministrazione».
Il sindaco di Pineto ha scelto Renzi e 7, sui dieci consiglieri del Pd in comune, lo hanno seguito.
Si candida ad essere il leader regionale della corrente renziana il sindaco, al termine del suo secondo mandato, ed è pronto a [i]contarsi[/i] nelle prossime primarie [i]contro[/i] D’Alfonso.
«C’è bisogno di una forte innovazione – continua Monticelli – ed è per questo che già in passato ho lanciato al partito l’idea delle primarie per il ruolo di candidato alla Regione per il centrosinistra. Pur essendo ancora in attesa di una risposta, continuo intanto a darmi da fare per il bene della nostra regione».
Il sindaco di Pineto è, infatti, anche delegato nazionale Anci al Demanio Marittimo, per il quale sta affrontando le problematiche legate alla direttiva Bolkestein.
«Proprio il demanio – continua Monticelli – sarà uno dei temi da affrontare, assieme ad argomenti altrettanto importanti, come la sanità, per la quale da sempre spendo tante energie e la cultura, di cui purtroppo nessuno parla. Ammettiamolo, è una tematica che manca dall’agenda politica degli amministratori regionali di centrodestra».
Appuntamento dunque per venerdì 11, «quando – conclude Luciano Monticelli – si parlerà della nuova Regione Abruzzo, un’idea che, grazie alla volontà di tutti, trasformeremo in realtà. Un’occasione per il rilancio del territorio e per la sua crescita, che affronteremo con coraggio e speranza, perché siamo forti di un’eredità straordinaria, quella costruita da Luciano D’Alfonso».
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