«Scuole aquilane dimenticate», ragazzi in piazza

9 ottobre 2013 | 16:18
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«Scuole aquilane dimenticate», ragazzi in piazza

di Gioia Chiostri

Un fiume di gente colorata fluito dalla Fontana Luminosa fino alla zona della Questura. Questa mattina L’Aquila è stata presa d’assalto dagli studenti delle scuole di secondo grado. Liceali, alunni di istituti tecnici e docenti, uniti, a quanto dicono, contro «la superficialità e lo ‘snobbismo’» da parte del Comune e delle istituzioni, nei confronti del tema della scuola dopo il terremoto.

{{*ExtraImg_165561_ArtImgRight_300x192_}}Traffico bloccato e mezzi dell’Ama costretti a fare dietro front in prossimità dello stadio comunale. Questi gli effetti della protesta, ma a cosa è dovuta la rumorosa mobilitazione di questa mattina? Federica Russo, Camilla Ciancarella e Alessia Spezza, studentesse al terzo anno del liceo scientifico Bafile dell’Aquila, spiegano l’idea di fondo del corteo a cui hanno partecipato. «Manifestiamo perché, dopo il terremoto, nessuno ha pensato alle scuole – sottolineano – Di tutti i soldi che sono stati stanziati per il periodo del postsisma, nulla è stato devoluto per la ricostruzione di laboratori, aule per attività aggiuntive oltre alle cinque ore canoniche di didattica. L’Istituto d’Arte, ad esempio, non possiede un laboratorio e nessuno ha fatto in modo di donarglielo. Noi, studentesse di un liceo scientifico, siamo state in un laboratorio, lo scorso anno, solamente tre volte. Si parla tanto dell’Aquila come prossima capitale della cultura, nel 2019, ma come si fa a candidarla alla competizione per un ruolo così prestigioso quando noi alunni non abbiamo nemmeno un fantasma di laboratorio? Ragazzi bravissimi, che si diplomeranno magari anche col massimo dei voti, approderanno nel mondo del lavoro senza la minima esperienza pratica. Ci riferiamo ovviamente soprattutto agli studenti degli istituti tecnici».

{{*ExtraImg_165562_ArtImgRight_300x192_}}Una mattinata in cui alunni di tutti gli indirizzi scolastici – «per la prima volta uniti per quella che, a tutti gli effetti, suona come una causa comune, il benessere della scuola» – alcuni docenti e dei passanti occasionali hanno manifestato il proprio disagio nei confronti di una situazione che ancora fatica a riaccendere i motori della normalità. «Noi ci rivolgiamo alle istituzioni e al Comune della città dell’Aquila – sottolineano gli studenti – quando si comincerà a dare ascolto a chi dovrà costruire il futuro di questa zona di mondo?».