
Signore,
sono solamente una povera donna, non perché non abbia sufficienti risorse per vivere o non abbia un adeguato quoziente intellettivo per potermi confrontare quotidianamente con il prossimo. Sono, pur sempre, vedova e questo mio stato, non si sa per quale motivo, mi assegna ruoli e posizioni di secondo grado nell’ambito dell’attuale società. Comunque, va bene lo stesso. Conservo la mia dignità e la gratificante riconoscenza di validi professionisti, miei ex alunni, che mi sono grati per gli insegnamenti ricevuti didattici, umani e sociali. Ma, torniamo a noi. Umilmente Vi avevo avvertito. State attento perché il Massimo cittadino potrebbe farVi concorrenza, potrebbe aspirare a cariche religiose molto importanti, visto che quelle politiche appaiono sempre meno qualificanti.
[i]Mia Cara,[/i]
[i]non ho capito bene a cosa tu possa riferirti, perché fino ad oggi non ho ricevuto alcuna candidatura, né per una possibile beatificazione e neppure per una superiore santificazione. È vero che qualche mese fa abbiamo intravisto una traballante arrampicata alla conquista del “Soglio Pontificio”. L’ascesa, però, è stata drammatica per un pericoloso scivolone e per l’insorto conflitto creata con il presidente Napolitano per la restituzione della “fascia”. La missiva non è stata neppure aperta al Quirinale ed è stata restituita al mittente senza alcuna considerazione. Il gesto è stato condannato e ha precluso la possibilità del rilascio delle credenziali repubblicane, volte a sostenere la beatificazione Massima. Peccato che il presidente della Repubblica non abbia aperto la lettera del primo cittadino aquilano. Se lo avesse fatto, si sarebbe accorto che alla lettera non era stata allegata alcuna fascia, strettamente custodita sotto al cuscino, in maniera che non gliela possano rubare neppure nei sogni.[/i]
Signore mio,
Voi pensate pure quello che volete, però, state attento. Il Massimo aquilano i suoi percorsi li studia, li programma e li verifica prima di metterli in atto. Se avesse seguito lo stesso criterio per la redazione del Piano Regolatore, a quest’ora la città avrebbe un altro ordine, un altro aspetto, un’altra dignità. Adesso capisco perché comincia a fantasticare all’alba e smette a tarda notte. La mattina presto deve programmare con chi litigare. A mezzogiorno spara a zero contro chiunque gli capita a tiro. Nelle ore pomeridiane si dedica ai rapporti interpersonali attraverso “fb” (facebook), adesso lo definisce con una sigla per paura di sbagliare. Una parte della notte la dedica alla tutela della salute pubblica. Infatti, sotto la sua dirigenza, stanno spogliando di quasi tutti i servizi l’Ospedale San Salvatore e lui tace, non protesta, non abbozza neppure una relazione contro questi soprusi che la città subisce per l’inerzia comunale, per la mancata difesa del responsabile della sanità locale e per l’indifferenza dell’alta “dirigenza” della Asl, preposta alla vigilanza del funzionamento razionale dell’Azienda. L’altra parte della notte, della lunga notte, perché non è vero che si sveglia all’alba, la dedica ai sogni, con i quali vorrebbe fare concorrenza al Beato Cesidio di Fossa, invidiandone la carriera. Vorrebbe trovare un posto in Paradiso con l’intercessione di Giovanni Paolo II.
[i]Carissima,[/i]
[i]capisco benissimo la tua preoccupazione. Non devi preoccuparti più di tanto. Il Sindaco dell’Aquila non ha visto il Papa polacco neppure in fotografia. Come pensi che lo possa aiutare in questa sua ardua e irrealizzabile impresa?[/i]
Signore,
avete dimenticato forse che in politica è possibile tutto, proprio tutto. Infatti, il Massimo è passato al Pd dopo la sua prima elezione. Prima non ha mai avuto la volontà e l’aspirazione di essere proprio Pd. Voi avete detto che non ha mai avuto una fede religiosa. Vi dico, invece, che adesso sta percorrendo un certo cammino per arrivare fino al Paradiso e per soffiarVi il trono. Non scherzo e non scherza neppure il Massimo. Avete visto che batosta ha voluto dare a due compagni di merenda della Giunta e a tre alti dirigenti della barca comunale? Ha detto pubblicamente che “ha perduto la pazienza” per la scarsa attenzione e le inadempienze relative alla realizzazione dei servizi e dei parcheggi per il Santuario di San Pietro della Jenca. Non lo ha detto a voce. Ha scritto una letteraccia intimidatoria con la quale esige dagli interessati: “una relazione su quanto fatto; la dichiarazione sulle azioni che si intendono intraprendere e il relativo “cronoprogramma”. Questo termine lo affascina, anche se, nello stesso tempo, vorrebbe cancellarlo dalla sua mente, perché ogni volta che è andato a Roma per chiedere soldi gli interlocutori hanno chiesto sempre l’esibizione del cronoprogramma. Senza cronoprogramma, niente soldi. Mi dovete credere, Signore, l’ho visto proprio adirato. Ha minacciato fulmini e saette contro i compagni di cordata e contro la dirigenza comunale.
[i]Cara Signora,[/i]
[i]non avere timori: cane che abbaia non morde. Addosso a chi dovrebbe scaricare i suoi fulmini, ammesso che sia in grado di generarli? Addosso ai compagni di Giunta? Non credo. Lo lascerebbero solo a combattere contro i fantasmi. Tu mi dici che vorrebbe bacchettare l’alta dirigenza comunale. La stessa che lui personalmente ha voluto e sostenuto e alla quale ha regalato fantascientifiche promozioni? Non credo proprio. Lo farebbero morire di crepacuore facendo venire a galla qualche piccola inezia o qualche insignificante documento tanto atteso dalla pubblica opinione. Credo, anzi sono certo, che non lo ascolti più nessuno all’interno della giunta, entro le mura della casa comunale e anche in città. A te, che hai studiato di greco e di latino, vorrei richiamare alla memoria un vecchio detto latino che, letto attentamente, in cinque parole esprime un bellissimo concetto, strettamente attinente “all’ira del pelide Massimo”: “Clausae sunt aures, obstrepente ira”. Traduco fedelmente: “Chiuse sono le orecchie (alla persuasione) quando ruggisce l’ira”. (curtius, De reb. gest. Alex. Magni, 8, 1, 5). [/i]
Signore,
avete sempre ragione. Grazie per i suggerimenti e per le corrette indicazioni. Grazie anche per le citazioni latine. Appena potete richiamatemi pure accanto a Voi ancor prima che il Massimo sindaco venga beatificato. Potrebbe anche scomunicarmi con la rabbia che tiene in corpo e, francamente, non mi piacerebbe fare la fine di Giovanna d’Arco. E così sia.