
di Claudia Giannone
La Corte di Appello dell’Aquila ha condannato l’imputato Scimia Marco alla pena di anni due e mesi dieci di reclusione contestando allo stesso l’originario capo di imputazione.
All’epoca dei fatti l’imputato, per motivi di gelosia, minacciava e molestava ripetutamente la donna con la quale aveva avuto una storia d’amore, picchiandola in più occasioni e cagionando alla stessa lesioni personali anche gravi.
In primo grado lo Scimia era stato condannato alla pena di anni due e mesi sei di reclusione; più dura, quindi, la condanna dei giudici di appello.