Scuole ‘occupate’, le ragioni degli studenti

15 ottobre 2013 | 11:52
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Scuole ‘occupate’, le ragioni degli studenti

«Dopo le manifestazioni di mercoledì e venerdì scorso abbiamo occupato le nostre scuole perchè reputiamo inaccettabile che la composizione sociale a cui si deve la sopravvivenza della nostra città sia marginalizzata dal processo di ricostruzione, che un’intera generazione sia costretta ad affrontare una situazione rimasta immutata». A spiegare i motivi della protesta protesta studentesca iniziata ieri nel capoluogo abruzzese sono i portavoce dell’Unione degli studenti L’Aquila (Uds).

«Abbiamo occupato le nostre scuole – aggiungono gli studenti – per evidenziare che questa contraddizione non può essere più sostenuta da nessuno e che sporadiche iniziative perlopiù dettate da interesse non ci bastano più. Vogliamo una città nuova, che permetta agli studenti di potervi concepire un futuro, ma questo percorso lo vogliamo radicare nel presente, dimostrando che i nostri saperi sono perfetti per organizzare un impianto sociale nuovo nella nostra città. E così nei prossimi giorni le grige scuole aquilane, che come in tutta Italia conservano i tratti obsoleti di un’istruzione poco inclusiva, estramamente costosa e classista, saranno colorate dall’estro delle nostre attività. Organizzeremo workshop tematici su diritto allo studio, ambiente, ricostruzione,fondi per gli spazi per gli studenti gestiti in maniera indegna. Siamo la generazione che pensa in grande, che combatte per la difesa e l’attuazione della Costituzione, che promuove un’Europa sociale, non finanziaria, che contrasterà ogni ulteriore centesimo tagliato all’istruzione dalla prossima legge di stabilità, che il 15 novembre contrasteremo nelle nostre scuole e nelle nostre piazze attraverso azioni territoriali che costruiremo con pratiche inclusive nei prossimi giorni».

Tra le scuole superiori aquilane coinvolte nella protesta c’è anche l’Istituto tecnico industriale Amedeo D’Aosta, in merito al quale il movimento ‘Blocco studentesco L’Aquila’ chiede la «creazione di un polo unico per gli istituti tecnici, con accorpamento di Itis e Itg e maggiori fondi per i laboratori».

«La nostra protesta – spiega il responsabile aquilano di Blocco Studentesco, Giacomo Capannolo – non è mossa da ragioni ideologiche, ma dalle esigenze reali di noi studenti. Chiediamo infatti che in ottemperanza alla nuove norme introdotte con la riforma Gelmini si proceda all’accorpamento degli istituti tecnici dell’Aquila in un unico polo scientifico e che un analogo procedimento sia avviato per gli istituti a indirizzo professionale».

«Altro punto alla base della nostra mobilitazione – aggiunge Capannolo – è la situazione disastrosa in cui versano i laboratori scolastici. Tra le conseguenze del sisma del 6 aprile 2009 c’è stato il danneggiamento delle

infrastrutture. Questo fatto, unito ai continui tagli all’istruzione operati negli ultimi anni da parte di governo indipendentemente dall’orientamento politico, ha comportato che in scuole ad indirizzo tecnico, in cui la pratica in laboratorio ha un’importanza fondamentale, la possibilità di usufruire di questo servizio sia estremamente limitata. Chiediamo quindi uno stanziamento

adeguato di fondi per far fronte al problema». «Convinti della assoluta fondatezza delle nostre ragioni – conclude il

responsabile aquilano di Blocco Studentesco – porteremo avanti la nostra protesta, nella convinzione che questo permetterà che la nostra voce venga udita presso le istituzioni competenti e che si possa arrivare a una

soluzione che salvaguardi la qualità dell’istruzione, risorsa prioritaria su cui il territorio deve puntare per il proprio rilancio».