
di Valter Marcone
Sugli alberi nati
tra le stelle, gli uccelli
del mondo delle fate cinguettano
i canti, i trilli, gli accordi, le melodie,
i contrappunti
che increspano l’aria
e affogano i profumi.
Sui binari di chissà quale
immaginaria ferrovia
le ruote d’un treno investite
dal calore dei suoni
rimbalzano e si rincorrono
e nel sonno si stempera ogni cosa
in attesa del grigio del mattino
con il suo fascino nuovo.
Da un grembo bianco
di sole e di luce la notte lascia
posto al mattino e sembra
un mondo di pace.
Il profumo fiabesco
di mele arrostite per colazione
è come l’odore penetrante
dell’acqua di mare in una bottiglia.
Così al risveglio
lo stupore si confessa al mutismo
di un altro giorno gridante.
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