L’Aquila capitale della ‘qultura’

17 ottobre 2013 | 06:20
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L’Aquila capitale della ‘qultura’

di Raffaella De Nicola

Bene un’altra giornata di delirio, affronto la squisita cortesia dei negozianti aquilani. Entro e mi scrutano, è subito chiaro chi sta facendo un favore, mi fanno la TAC, chiedono il mio albero genealogico e già si mette male, non ho un blasone convincente [i]ruolo sociale? Beh sono una normale [/i]si stanno a spazienti’ vogliono prendermi pe’ le ‘recchie e buttarmi fuori, ma io stavolta sono preparata, li distraggo: [i]Buongiorno, per i miei 40 anni ho comperato un maglia [/i] vocina gentile la mia, cerco di ingraziarmelo – [i] ma quando 20 anni fa? E mò reve’ [/i]- e gesticola pure il gentleman con le mani. Ecco fatto si è innervosito embè pure io mi sto a innervosì però, anzi mi sono proprio offesa – [i]No scusi ma perché quanti anni mi dà 60?[/i] – sono appena entrata e la situazione è già irrecuperabile. Il ring si scalda. Dopo il suo colpo basso parte il mio diretto lui respinge con un gancio sinistro, ma il mio montante lo tramortisce anche perché non trovo quello che cerco, allora, sto a faticà è vero, ma posso farcela, fingo d’interessarmi, stupenda la recita, va avanti per un pochino [i]no un altro colore forse però no si non credo anzi credo IAAMO SIGNOO’!!!??!! [/i] simulo una telefonata [i]si le melanzane alla parmigiana toglile dal frigo, si[/i], ma quel cretino di cellulare squilla proprio mentre ce l’ho appiccicato all’orecchio e fingo di parlare e che cappero ma proprio mo’ mi dovevano chiamà? guadagno l’uscita e me la svigno però l’ho messo KO sto tamarro che mi ha dato pure 60 anni, ma quanto è scortese???!!!!!

Matonna che fatica. Mi devo prendere assolutamente un caffè. Vado a un bar e capto subito l’aria, SCIARP SCIARP, non camminano SCIARPELLANO!!!!, non c’è traccia di sorriso chiedo un cornetto e mi danno un tramezzino, lo immergo lo stesso nel cappuccino per non contrariarli, grugniscono GGRRROOAARR (trad.: ce l’hai lo scontrino?), sorrido per tranquillizzarli, la tazza mi atterra davanti il naso, gli schizzi mi macchiano la giacca, è tutto loffio ma non glielo dico e che so’ pazza? Pure lo zucchero è terrorizzato, non vuole cala’, reclama una vertenza sindacale per mobbing. Esco quatta quatta, per carità, non aggraviamo il delirio.

Sono sicura che faranno a cazzotti per venire a ‘sta città.

Gagliarda ‘sta qultura dell’accoglienza.

Guardo un attimino i compiti di mia figlia: Livorno è in Trentino, il Tevere attraversa Firenze, il capoluogo dell’Emilia è Topino, l’Italia è separata dall’Europa dagli Appennini, le Alpi sono la dorsale del nostro paese, il Gran Sasso è una grande morgia che sta in giardino, Gaetano Garibaldi è stato un fico eroe del Rinascimento con l’amico suo tosto Camillo Mazzini, il Conte di Cavour è un amico mio che sta su faccialibro e la fisica è la meglio materia che c’è perché fa stare in forma e ci fa più belle e sode.

A momenti svengo.

Vado a scuola dalla Prof., forse qualcosa non va per il verso giusto, lei mi guarda male, pensa che la ragazza in fondo non sia troppo deficiente con una mamma così, pure questa mi fa la TAC (ma a ‘sta città fanno tutti la TAC ?) [i]Buongiorno sono la mamma di Peppina Marzetta IV A[/i] lei sbatte il registro sulla scrivania e me lo apre sotto il naso [i]vedere, vedere? Queste essere assenze di sua figlia . . . lei sapere tutto questo? Sapere che sua figlia non venire mai a scuola ? [/i]

Ma questa come parla – vedere, sapere, venire? Ma i verbi non li coniuga? E poi che dice e che fa co’ ‘sto registro che frulla da una parte all’altra? Penso mentre riacchiappo i capelli che svolazzano per l’uragano che mi urla in faccia. Torno a casa VIOLA e urlo contro Peppina. Dopo una nottata passata come un’infartuata alle 8,30 del mattino mi chiamano [i]Mammaaaa ti passo la Prof SSSCCCIIIIUUU FRUUUMMM SDENGG passaggio cellulare Signoraaaa la sua figliola dire a me medesima che lei essere molto arrabbiata ieri sera e io volere dire che io sbagliare, confondere visi nomi storie: le assenze essere di Santuccia Tuzilli e non di Peppina Marzetta. E’ stato un piacere. A presto [/i] e SBAAMMM senza neanche scusarsi riattacca.

COMPLIMENTI alla Prof.ssa, proprio in gamba, che stile, dopo quattro anni li conosce proprio bene i suoi alunni.

Gagliarda ‘sta qultura della scuola.

Mentre giro in macchina assisto ad una sparatoria a Pettino, due sciroccati mi entrano in macchina dopo un bancomat al Torrione e si vogliono fa’ ‘na parrucca coi capelli che mi strappano, uno sfonda una vetrina alla SS. 17, al Globo c’è un furto, due alcolizzati stranieri a momenti mi investono, due alcolisti italiani si menano, un tizio viene inseguito da due poliziotti e poi un poliziotto è inseguito da due tizi.

Gagliarda ‘sta qultura della sicurezza.

Basta. Lascio la macchina, mi voglio proprio fare una bella passeggiata così mi rilasso. Mi vesto per andare in centro: tuta, scarpe da lavoro, casco per la sicurezza, sembro un operaio delle miniere, ah che nostalgia dei miei tacchi e dei bei vestitini però bando alla malinconia, quelli me li metto per il supermercato ora, bisogna reagire VADO.

Siccome è buio e non si vede nulla mi sono portata pure la pila, sono proprio una furbetta, e giro e giro e non ci sta nessuno e però no qualcuno c’è, Siiii Ottio Nooo intravedo ombre che divelgono panchine appena messe, buttano bottiglie in giro, sporcano tutto, imbrattano con lo spray palazzi appena rifatti, fanno minzioni ovunque.

Mo’ sì che stiamo a posto.

Gagliarda ‘sta qultura del bene pubblico.

Ottio non mi rimane altro che leggere, così mi estraneo, non voglio né vedere né sentire più niente: L’Aquila capoluogo degli Abruzzi, ma perché al plurale?, o dell’Abbruzzo, peggio, Attenzzione lavori in corso, questa è meglio, l’importo l’ho potete vedere in calce, questa è meravigliosa, soffitto a calzettoni (ma non era a cassettoni?), aquilesi, fantastico, aquilotteri come fenicotteri me piace di più, Acquila ORRORE PURO e dall’ente pubblico arriva, con gran finale e botto, il Facs per di più da Aquila perché la L s’è morta insieme all’apostrofo.

Gagliarda sta qultura grammaticale.

Rifletto e tiro le somme: tutto perfetto per la candidatura. Qualche requisito manca, però ci si può lavorare. E poi con tutte queste TAC siamo in gran forma. Manca solo lo Schettino locale. Ma a guardare bene quello ci sta sempre e poi, in fondo, [i]siamo tosti no? Non molleremo mai.[/i] E infatti quando la molliamo noi tutta sta Bbella Cultura Grezzona (BCG)? Quand’è che ci sta la candidatura? 3019? Ah bene, se ci mettiamo subito sotto, ce la possiamo fare, senza dubbio . . .Come? E’ il 2019? Ma stai scherzando? Solo fra 6 anni? E lo slogan? [i]Il futuro viene da lontano.[/i] Fico.

A veni’ verrà ‘sto futuro. Ma il problema è:

1 – farsi trovare (dal futuro) e chi sa se trova ancora qualcuno qua (per prudenza, infatti, ci hanno messo le coordinate Lat. 42° 22’00” Nord Long. 13°22’00” Est così, il futuro, non può sbagliare).

2 – farsi trovare un po’ più acculturati, accoglienti e gentili e far fare un giro alla BCG (Bbella Cultura Grezzona).

Ma questa la vedo proprio tosta Fra’ perché, come disse gentilmente un raffinato parrucchiere aquilano ad una cliente, [i]Signò, atro che capelli, te ta fà nu lifting.[/i]