Omicidio nella Marsica: forse raptus

17 ottobre 2013 | 19:47
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Omicidio nella Marsica: forse raptus

Un raptus sarebbe all’origine del duplice omicidio avvenuto ieri sera a Pescina, dove Veli Selmanaj, 46enne kosovaro, ha ucciso a colpi di pistola l’ex moglie Fatime di 45 anni e una delle figlie di 21, Senade.

E’ quanto sostiene il suo legale, l’avvocato Davide Baldassarre. Stando a quanto riferito dal professionista, l’uomo avrebbe incontrato le due donne all’esterno del supermercato Todis cercando di chiarire le accuse che da due anni e mezzo gli muovevano, in particolare Senade ed un’altra figlia.

«Accuse di abusi sessuali che – ha detto l’avvocato – Selmanaj ha sempre respinto tanto che per dimostrare la sua innocenza e l’attaccamento ai figli nell’udienza preliminare già fissata al prossimo 28 novembre non aveva alcuna intenzione di patteggiare. La discussione familiare sarebbe poi degenerata e il kosovaro ha estratto la pistola sparando. Selmanaj non ricorda quanti colpi ha esploso e se si sia disfatto di altri proiettili».

«Il gip del Tribunale di Avezzano – ha continuato l’avvocato – aveva emesso nei suoi confronti un provvedimento cautelare di allontanamento dalla famiglia che il mio assistito ha sempre rispettato».

Le accuse di abusi sessuali le avrebbe vissute con estrema pesantezza e con il rammarico di non poter vedere i figli più piccoli ai quali era molto legato. Uno stato di prostrazione aggravato dalla perdita del posto di lavoro nella Marsica come bracciante agricolo che lo aveva spinto a trasferirsi in Germania in cerca di migliori fortune. Selmanaj era giunto in Italia dopo aver abbandonato il Kosovo insanguinato dalla guerra nella quale aveva perso il padre.

Essendo il figlio più grande ha dovuto badare ai sui fratelli e a sua madre, invalida. «Qualcuno si prenda cura di lei», ha detto ieri in lacrime ai magistrati di Avezzano che mentre lo stavano interrogando.

Per ora l’uomo è accusato di duplice omicidio, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco. Questi, al momento, i reati che gli vengono contestati nell’atto di incarico peritale. Intanto, mentre le autopsie su mamma e figlia sono ancora in corso, il capo di imputazione potrebbe essere modificato, probabilmente con una serie di aggravanti, in sede di convalida dell’arresto che il gip deve ancora disporre.

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