
Avrebbe confessato dopo essere stato arrestato dai carabinieri a poca distanza dal delitto V.S., bracciante agricolo di 46 anni. Sarebbe lui l’autore del doppio omicidio della moglie e della figlia di 21 anni a colpi di pistola davanti al supermercato Todis del centro marsicano. L’agguato si è verificato poco prima della chiusura del supermercato. Le due donne lavoravano entrambe in una azienda agricola di Ortucchio (L’Aquila), altro centro della Marsica.
I carabinieri lo hanno arrestato nella frazione di Venere e nei pressi hanno ritrovato anche l’arma con la quale sarebbe stato commesso il delitto. A quanto si é appreso l’uomo sarebbe stato allontanato dalla moglie perché accusato di molestie sessuali e violenza nei confronti della figlia e per questi motivi serbava forte rancore per le due donne. Ci sarebbe dunque una storia di violenza sessuale tra le pareti domestiche dietro il duplice omicidio. L’uomo di 46 anni accusato di aver ucciso la moglie, dalla quale si stava separando, e una delle figlie era stato infatti denunciato da quest’ultima insieme a due sorelle. Secondo quanto riferito dall’avvocato Leonardo Casciere, da due anni legale delle ragazze – la 21enne uccisa e le sorelle, oggi di 17 e 28 anni – l’udienza preliminare davanti al gup di Avezzano era stata fissata al 28 novembre prossimo.
L’uomo, kossovaro di etnia albanese, era rientrato ieri dalla Germania, dove aveva trovato lavoro successivamente alla separazione dalla donna, proprio per espletare le pratiche relative alla separazione. La coppia aveva 7 figli. Il 46enne sarà ora sottoposto a interrogatorio da parte del pm di Avezzano Maurizio Cerrato per poi essere trasferito nel carcere della città.
Questo é il secondo caso di femminicidio in Italia dopo la promulgazione della legge, con il primo avvenuto a Viterbo il giorno stesso della promulgazione. La dinamica della tragedia di Pescina riporta ad un altro omicidio avvenuto all’Aquila, quando nel gennaio di quest’anno l’ex marito albanese di una donna aveva freddato lei e il nuovo compagno sempre fuori da un supermercato.
Sul tema è intervenuto il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano, parlando di un «grave fatto di sangue che ha scosso la comunità abruzzese». «È necessario – ha aggiunto – dare un segnale forte e deciso per contrastare il fenomeno del femminicidio e della violenza domestica. È una piaga sociale che va curata». «A gennaio – ha annunciato – proporrò all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, di organizzare un convegno sul tema della violenza contro le donne per prevenire questo fenomeno sociale».
Il primo cittadino di Pescina Maurizio Di Nicola ha espresso solidarietà alla famiglia coinvolta. «Quello che è successo ci lascia sgomenti – ha sottolineato – anche alla luce dell’impegno che la nostra comunità sta portando avanti per prevenire molestie e violenza sulle donne».
«Episodi di femminicidio – ha commentato – sembrano realtà lontane da piccole comunità raccolte dove ci si conosce tutti come lo è Pescina; invece l’episodio di ieri sera dimostra che sono situazioni che ci toccano da vicino. Da settimane la nostra amministrazione sta attivando iniziative volte alla prevenzione di episodi di violenza sulle donne, a partire dai corsi di autodifesa. Inoltre, proprio in questi giorni stavano pensando di dedicare il prossimo premio internazionale Ignazio Silone (in programma a dicembre) a un’analisi dell’opera femminile del nostro scrittore, proprio per arrivare a commentare ingiustizie sociali nel rapporto tra uomo e donna. Un’iniziativa che avrà ancora più forza dopo quello che è successo».
«Il mio pensiero – ha concluso il sindaco – va ai figli rimasti orfani: sono tutti ragazzi perbene e, data la pesantezza del caso, la situazione sarà gestita dalla comunità locale e dagli assistenti sociali, dato che tra figli ci sono anche dei minori».
Pezzopane, «Gesto efferato e drammatico» – «Sono addolorata e affranta per il brutale femminicidio di Fatime e Senade ed esprimo ai familiari e ai figli la mia solidarietà». Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane in seguito al femminicidio di Pescina.
«Un pensiero va anche al sindaco e alla comunità di Pescina, accogliente e solidale, colpita da questo drammatico episodio. Un gesto efferato e drammatico, che scuote ulteriormente le coscienze perché chiude una tragica spirale di violenza e di abusi che le due donne subivano da anni. L’episodio di Pescina ricorda nella sua efferatezza l’uccisione di Orietta un anno fa a L’Aquila, sempre all’esterno di un supermercato. I due delitti, come i molteplici casi di femminicidio, sono frutto della cultura del possesso, dell’odio, della brutalità. Sentimenti che entrano in scena quando le donne si ribellano all’orco che le violenta, che le umilia o le minaccia. Quella stessa cultura che il recente decreto approvato dalle Camere tenta di debellare. Nella legge approvata al Senato, la scorsa settimana, ci sono alcuni degli strumenti di deterrenza e prevenzione del delitto, necessari in casi di plurisegnalati, come questo orrore accaduto a Pescina».
«I passi da fare contro il femminicidio sono ancora molti – prosegue la senatrice – Servono fondi stabili per finanziare progetti a favore delle donne, a cominciare dall’istituzione di un Centro antiviolenza o di una casa rifugio, dove le donne possono trovare riparo da uomini violenti. Nella nostra provincia ce n’è uno solo. Siamo stanche di aspettare le inerzie burocratiche E’ arrivato il momento che i fondi ex Carfagna, a lungo trattenuti, arrivino sul territorio, per dare concretezza ad un progetto che attendiamo da oltre quattro anni».
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