
di Gioia Chiostri
Secondo le normative vigenti, l’arbitro è un atleta a tutti gli effetti. Ha un importante ruolo in campo: dimostra maturità, autocontrollo, estrema compostezza. «Nonostante ciò, però, è sempre nell’occhio del ciclone. Ai miei ragazzi dico sempre: imparate a rispettare le altre figure del calcio, se volete che esse rispettino voi». Alfredo Leonetti inaugura così il corso di arbitri di cui è presidente, che si terrà ad Avezzano a partire dal mese di novembre.
Un corso che si arroga il diritto «e dovere» di crescere i giovani, indottrinarli sul regolamento e lasciare che acquistino la consapevolezza giusta per andare avanti. «Buona parte degli studenti che abbiamo, cominciano per gioco: noi dell’associazione italiana arbitri, sezione ‘Giacomo Ferri’ di Avezzano, andiamo nelle scuole della Marsica, informiamo sulla possibilità che esiste un corso teorico – pratico che permette ai ragazzi di ottenere il tesserino della Figc, e, devo dire, che riscuotiamo sempre molto successo. Contiamo anche una buona percentuale di ragazze; poi è chiaro che rimane anche dopo la fine della formazione chi è veramente appassionato».
«Solitamente – continua il presidente – ci si rende conto di avere una passione autentica dopo la prima partita. Ciò che andiamo a dirigere, è un campo di battaglia nel campo da gioco. Noi, ovviamente, arbitri professionisti, li seguiamo e li accompagniamo nelle loro prime prove. Il corso dura un mese ed è basato su tre lezioni a settimana, solitamente svolte di sera. È prevista anche una percentuale di assenza, in quanto sappiamo benissimo che i ragazzi vanno a scuola e tentiamo di farli organizzare nel più comodo modo possibile. Una volta che il corso è concluso, c’è un esame finale. Solitamente li prepariamo bene, per questo è raro che vengano bocciati», aggiunge.
{{*ExtraImg_167585_ArtImgRight_300x190_}}Che ruolo ha il presidente della sezione di Avezzano? «Fondamentalmente c’è sempre stata la figura del presidente, sin dal primo fondatore della sezione ‘Ferri’, Giacomo Ferri, appunto, il primo presidente. Io sono stato eletto nel giugno dello scorso anno; la carica dura quattro anni, ma sicuramente non lavoro da solo. Assieme a me c’è un consiglio direttivo formato da due vicepresidenti e nove consiglieri. Nella storia della nostra sezione, abbiamo avuto in primis una sede posta lungo Corso della Libertà, poi a via Falcone, ed infine qui, a Piazza Risorgimento, dove siamo approdati lo scorso anno. Il corso è prevalentemente teorico, ma abbiamo anche una buona percentuale di lezioni che si svolgono sul campo, delle sedute di allenamento presso lo stadio dei pini, che risulta essere il polo d’allenamento di Michele Pietrantoni, un arbitro di Serie B. Grazie a lui possiamo allenarci anche noi nel polo d’allenamento di Avezzano, perché questo, solitamente, viene istituito per un arbitro nazionale. Inoltre, in questo modo, i ragazzi hanno la possibilità di conoscere figure di un certo calibro che hanno avuto successo in quello che suol definirsi ‘mondo del calcio’, anche se, forse, per noi arbitri è un azzardo».
Leonetti spiega, poi, come la fonte, il bacino di nuovi arbitri da far maturare siano prevalentemente «le scuole. Gli istituti scolastici sono la nostra linfa. Devo dire la verità: dai docenti e presidi abbiamo sempre ottenuto un grande favore. Anche perché alla fine del corso e al termine del conseguimento dell’esame, si rilascia il patentino, quindi un simbolo di conoscenze acquisite e valore aggiunto. I professori sono molto accondiscendenti, soprattutto quelli di educazione fisica. Solitamente noi chiediamo un incontro con gli studenti proprio durante le loro ore, così da non togliere, magari, delle ore importanti ai ragazzi e anche perché in questo modo, riusciamo a parlare a due o tre classi assieme. I docenti ci riconoscono una funzione associativa, e questo ci fa molto piacere. Siamo anche disponibili verso i genitori: noi tiriamo su ragazzi giovanissimi, che partono dai 15 anni, ed è indispensabile che un genitore debba sapere chi c’è dall’altra parte del corso».
Si insegnano il rispetto delle regole, la disciplina, il rispetto degli altri, ossia delle altre componenti calcistiche. «La nostra funzione – spiega ancora il presidente – è associativa: ci si pone l’obiettivo di creare un gruppo tra di loro e con noi. I ragazzi qui si sentono a casa. Io mi sono accorto di una cosa, sicuramente, all’età di trentotto anni, sono un presidente abbastanza giovane, al di là del pregiudizio che vuole questa figura vicina ai sessant’anni. Ciò agevola anche i ragazzi, li fa sentire un po’ più vicini a me e questo aiuta».
L’età minima per accedere al corso è di quindici anni, mentre l’età massima è di trentacinque. «Non ci sono dei veri e propri requisiti fisici, al di là di limiti fisici oggettivi. Io dico sempre che per tutto quanto il resto si può migliorare. Abbiamo, infatti, esempi di ragazzi che si sono presentati qui in sovrappeso e sono poi riusciti a dimagrire: un ragazzo ha perso addirittura 40 chili. Noi con lui abbiamo già vinto. Non partiamo mai con nessuna discriminazione, sicuramente lui ha messo notevolmente nel suo, ma tutto il contorno, le partite, le sfide, le prove, lo hanno sicuramente stimolato. L’arbitro, infatti, corre più di un calciatore».
Il corso si svolge così: si parte dalle categorie giovanili e si sale fin dove si può. Gli arbitri vengono visionati e, quindi, possono progredire di carriera. Le gare che vanno dagli esordienti fino alla seconda categoria. Per tutte le spese e l’attività formativa se ne fa responsabile l’associazione. Il corso è completamento gratuito. La tessera della Figc permette di entrare gratuitamente in ogni stadio d’Italia. I giovani arbitri inoltre hanno diritto ad un rimborso spese.
Il corso impara a sfidare sé stessi. È, fondamentalmente, una gara individuale, anche se il gruppo di arbitri di Avezzano dimostra unione e coesione. «La domenica sera – conclude Alfredo Leonetti – è di rito il giro di telefonate per sapere come è andata in campo. Quando vediamo le soddisfazioni dei ragazzi, ci ripagano di tutto. Ci fa piacere che si sia creato un gruppo importante così da poter lavorare meglio. Inoltre non è vero che è un ambiente maschilista: proprio di recente, una ragazza, molto determinata, si è fatta valere anche più di un maschietto nelle prove fisiche».
Per prenotazioni e informazioni: telefono 086325608; email avezzano@aia-figc.it.
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