Una cartolina da New York – parte II

20 ottobre 2013 | 15:49
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Una cartolina da New York – parte II

di Goffredo Palmerini

Sabato 12 ottobre, giorno della scoperta dell’America, sole e vento. Giornata di contatti telefonici e di shopping, con una puntata al Macys. Domenica 13, vi riassumo la giornata, almeno fino al pomeriggio. Una bella giornata di sole. I colori cangianti dell’autunno dipingono le chiome degli alberi e Central Park è come un quadro impressionista. Oggi è domenica, voglio andare a Messa. Scelgo la cattedrale di St. Patrick, naturalmente, sulla Quinta Ave. La trovo impacchettata dai tubi innocenti, sta in restauro integrale, ma non e’ sottratta al suo scopo.

E’ piena come un uovo. Celebra il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, ne riconosco la voce. A fine celebrazione dice alcune parole che non comprendo tutte, comunque sta annunciando il Columbus Day e la parata dell’indomani. I fedeli ridono, il cardinale ha una forte tendenza all’umorismo, come già avevo notato due anni fa. La messa è finita, il corteo dei celebranti mi passa a due metri di distanza, faccio una foto ravvicinata al cardinale, che sorride. Esco. Telefono ad una amica carissima, da un mese trasferitasi a New York.

E’ Mariza Bafile, figlia di Gaetano, cittadino onorario dell’Aquila, il fondatore del quotidiano ‘La Voce d’Italia’ di Caracas, giornale con il quale collaboro. Mariza è nata a Caracas, la madre aquilana doc, famiglia Tazzi. Lei che ha fatto gli studi fino alle superiori all’Aquila, poi tornò in Venezuela per laurearsi e per lavorare al giornale del padre. Gaetano Bafile è stata una grande penna del giornalismo italiano all’estero, di servizio per i nostri emigrati. Di lui e del suo coraggio parlo’ anche lo scrittore Gabriel Garcia Marquez. Del giornale Mariza è stata vicedirettore, fino al 2006, quando venne eletta nella Circoscrizione America del Sud al Parlamento italiano, dove ha ricoperto la carica di Segretaria di presidenza della Camera dei Deputati.

Mariza scrisse la prefazione al mio primo libro “Oltre confine” e venne all’Aquila a presentarlo. Sono molto legato a lei e alla sua famiglia. E a suo fratello Mauro, che dalla morte di Gaetano e’ direttore del giornale.

Ma torniamo a noi. Ci siamo dati appuntamento davanti alla Cattedrale, per le 12 e mezza, lei deve arrivare da Brooklyn. Sono le 11 e qualche minuto. C’è un gran movimento di transenne e molti agenti della polizia di New York. Immagino che stiano preparando per l’indomani, quando ci sarà la famosa parata alla quale dovrò partecipare come delegazione Anfe. Invece, un quarto d’ora dopo, eccoti arrivare un corteo, alla testa un drappello della Polizia a cavallo, poi la banda della Polizia di New York. Non mi spiego, ma poi subito capisco. E’ il Columbus Day degli Ispanici: spagnoli, messicani, portoricani, haitiani, cubani, centro-americani, venezuelani, boliviani, argentini, cileni, peruviani, e gli altri. Festosa, colorata, coloritissima. La Quinta si va riempiendo di turisti e curiosi, la giornata festiva aiuta. Proprio oggi ci dovevamo dare appuntamento in mezzo a questa baraonda. Per farla breve, meno male che ci sono i telefonini, non si sarebbe sentito nulla con tutto quel chiasso di voci e di suoni, ma con i messaggini siamo riusciti a ritrovarci. Una bella rimpatriata aquilana, con Mariza.

Ha voluto sapere le ultime novità della città che ama molto, cosa vi succede di positivo e quali sono invece i problemi. Le ho parlato a lungo, consegnandole il documento presentato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali sulla candidatura dell’Aquila a Capitale europea della Cultura, per la quale impegnerà ogni suo sostegno. Abbiamo pranzato assieme. Poi un caffè espresso appena decente e i saluti per Mario Fratti, che lei conobbe molti anni fa in Venezuela. Mario oggi è andato ad un [i]lunch[/i] ufficiale, con una sua conferenza all’[i]Association of Italian American Educators[/i]. Torna a sera. Mariza mi dice che gli farà un’intervista, prossimamente, per il primo numero della rivista mensile che dirigerà. Parlerà anche del romanzo ‘Diario proibito’, uscito di recente in Italia e presentato in prima nazionale all’Aquila. Le ho inviato il formato pdf del romanzo, così potrà intervistare l’autore conoscendo la sua opera.

Lunedì 14, giorno della parata. Mi alzo presto, come al solito. Scrivo un’email a Laura Benedetti, che vive e lavora a Washington, dove insegna alla Georgetown University. Ci sentiremo poi per telefono. Esco di buonora, alle 9, per andare al Columbus Day. Le manifestazioni cominciano con la Messa in cattedrale, celebrata dal cardinale Dolan. Tutta la comunità italo americana è presente, con i massimi esponenti. Il Console generale a New York, Natalia Quintavalle, fa gli onori di casa. E’ molto stimata ed apprezzata dalla nostra comunità. Sono con Fabio Ghia, siamo la rappresentanza ufficiale dell’Anfe, che ha un posto di rilievo nella parata, tra le prime delegazioni, grazie ad uno stretto rapporto con la Columbus Citizens Foundation, la potente associazione che da decenni organizza l’evento nato nel 1929 per iniziativa di Generoso Pope. E’ una bella giornata di sole. Fabio Ghia potrà stare per poco, nel pomeriggio riparte per Tunisi. Appena fuori della cattedrale mi sento chiamare, è Rosanna Di Michele, una vera ambasciatrice della cucina abruzzese e delle eccellenze gastronomiche della nostra regione. Fa almeno due missioni gastronomiche l’anno nei ristoranti di New York. E’ molto conosciuta e la sua simpatia conquista. La conosco da alcuni anni e apprezzo la sua passione e la qualità del suo impegno per promuovere l’Abruzzo. Come di solito accade, il mondo istituzionale stenta a riconoscere le vere qualità delle persone, sulle quali poter investire, preferendo logiche che spesso costano molto e producono assai poco. Invece, basterebbe vedere cosa Rosanna riesce a fare in due settimane, non solo nelle sue dimostrazioni in cucina, ma nel mondo delle buone relazioni, per capire quanto sarebbe utile all’Abruzzo investire anche sulle potenzialità di questa ‘ambasciatrice’ delle qualità della nostra regione.

Parte la parata, in testa il Console generale, Natalia Quintavalle, e gli esponenti della comunità italiana nella Columbus Foundations con il suo presidente Louis Tallarini ed il responsabile delle celebrazioni, Frank Fusaro. Poi una banda. Quindi la rappresentanza della Columbia University. Intanto che il corteo muove, arriva il candidato sindaco di New York, l’italo americano Bill De Blasio. Scatto una foto a Rosanna con lui, mentre lo andiamo a salutare. Altissimo. E’ molto alla mano, come capita qui in America. Intanto ci ricongiungiamo con Mariangela Petruzzelli, madre abruzzese e padre lucano. Lei vive a Roma, persona eccellente, preparata e grande promoter di eventi culturali. Come già dicevo, è addetta stampa di Asmef. Facciamo insieme la sfilata, scegliendo di aggregarci alla delegazione del Governatore di New York, Andrew Cuomo, una personalità di spicco insieme a suo padre Mario, della nostra comunità negli States. Sfilare alla testa del corteo non consente di gustare la parata, nei suoi aspetti più suggestivi e nelle sue curiosità.

Ma è un’esperienza che già ho fatto. Partiamo dalla 48esima, alle 11 circa. La nostra sfilata sulla Quinta Ave si scioglie a mezzogiorno, alla 69esima [i]Street[/i], dov’ha sede la [i]Columbus Foundation[/i]. Vi è allestito un buffet per gli ospiti. Usciamo poi a goderci la sfilata, si concluderà alle tre del pomeriggio, con l’ultima banda giovanile d’un College del Connecticut, che già le macchine pulitrici dell’igiene urbana spazzano e lavano la strada. Alle cinque, in Consolato, il ricevimento. Saluto Natalia Quintavalle, Console generale, il prof. Tamburri, il prof. Sciame, altre conoscenze e il vice console onorario Tony Tufano, pilastro dell’ANFE nell’area di New York. Ringraziando gli ospiti, Natalia Quintavalle presenta il nuovo responsabile della Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, a New York, l’Ambasciatore Sebastiano Cardi. E’ quasi sera, ma una passeggiata da Park Avenue rientrando a casa attraverso Central Park è sempre piacevole. Turisti in carrozza, persone sui prati, bimbi che giocano, un giovane suona il sax, scoiattoli che scorrazzano sulle rocce di granito bruno e s’arrampicano sui tronchi delle betulle, mentre il cielo sul tetto del Plaza si stempera di rosso, al tramonto, e la luna a meta’ compare sulla punta del grattacielo che svetta dietro all’Essex House.