
di Gioia Chiostri
La moda gira su se stessa, o, come direbbe Venditti, ‘fa dei giri immensi e poi ritorna’. Può fare delle capriole, tutt’al più. Ma siatene certi: prima o poi, ciò che fu in, torna out, e ciò che fu out torna vintage. Perciò, rimbocchiamoci le maniche delle regole d’esprit, e mettiamoci all’opera col ‘ripesca nel tuo armadio ciò che può esserti utile ancora’. Semplici trucchi per essere d’occasione in ogni situazione.
Anni ’40: la lo stile, fondamentalmente, non è mai morto. Gli anni ’40 riprendono vita tra tailleur maschili e abiti lineari per esprimere una femminilità assoluta. Per non sbagliare l’epoca, il modo più semplice è indossare il completo: è un must, sia in versione maschile, sia più femminile con gonne che fasciano il corpo e mini giacche. L’importante è la scelta del tessuto, che deve essere pesante e in filo di lana. Il cappotto, invece, s’ispira al mondo militare, con alamari e tessuto broccato, o in versione [i]over-size[/i] e dalla trama spessa. Per la sera, must è il gioco di paillettes, come un abito color bronzo con inserti di pizzo da indossare con scarpe in suede rosa cipria, ricche di listini. Non può mancare il cappello.
Anni ’50: gli anni ’50 sono il decennio del rock’n’roll, dei blue jeans, delle t-shirt, delle pin up e dei pattern a pois. Sorgono, come splendidi soli all’orizzonte, bikini e giacche di pelle ([i]must have[/i] maschile). Oggigiorno, a dettare legge nella moda, è il cinema americano di quegli anni. Due sono i codici di dress up delle donne: c’è lo stile della perfetta casalinga americana e c’è quello più appariscente delle pin up.
Come vestirsi per ricreare lo stile degli anni ’50? Semplice, bisogna innanzitutto capire cosa si vuole rappresentare: il bon ton delle signore di un tempo o lo stile delle mitiche pin up. Per un outfit da giorno adorabili sono le classiche gonne a ruota, che mettono in evidenza il punto vita, aiutate da cinture colorate. La mise si completa con una camicia bianca o a pois. Un ulteriore tocco di colore può essere donato da un foulard elegantemente legato al collo. Per i capelli è preferibile una semplice coda di cavallo che metta in piena evidenza una frangetta liscia e di media lunghezza. Senza dimenticare, però che gli anni ’50 sono il decennio dei bigodini, utilizzati spessissimo per dare volume ai capelli.
Decisamente più appariscente, invece, è il look delle pin up: per ricreare la classica candy girl, adatti sono gli shorts con camice legate in vita e, ai piedi, le classiche ballerine di vernice. Differentemente si può scegliere la comodità di un vestito che metta in evidenza il punto vita e, con allacciatura dietro al collo e che presenti anche un’ampia scollatura. Il [i]pattern[/i] è o a tinta unita o a pois. Per la capigliatura poi, come non citare la bandana, che si può utilizzare in versioni differenti: stretta con nodo centrale, a fascia con nodo nascosto, alla paysienne con piegatura larga e nodo visibile o alla ‘roasie the riveter’. Queste acconciature non potranno mai essere però perfettamente anni ‘50 senza la mitica frangetta che, o corta o lunga fino alle sopracciglia, risulta un elemento caratterizzante dell’epoca. Per gli occhiali, il modello scelto è a[i] cat eye[/i].
Anni ’60: sono gli anni in cui il mondo occidentale cambia radicalmente faccia. E’ il decennio in cui i giovani si svegliano dal sonno sopito e insorgono e propongono nuovi modelli di vita, contrari rispetto alla tremenda società consumistica egemone. Gli anni ’60 sono il periodo delle contestazioni studentesche, della rivendicazione della libertà negata e della strenua opposizione alla guerra. Lo stile assume toni variegati: raccoglie gli spunti e crea tendenze così diverse tra loro da apparire contrarie al concetto stesso di moda che, dagli anni ’60 in poi, acquista una doppia valenza: non più intesa solamente come haute couture. Sono infatti i giovani stessi a creare il proprio stile e, rinnegando il passato, danno vita a look provocatori. Ecco perché nel corso degli anni ’60 convivono tra loro sono moltissimi stili: il look che la fa da padrone, però è quello cosiddetto del ‘contestatore’: jeans lisi, scarpe da tennis, maglioni ed eskimo o montgomery come giacca invernale.
Per quanto riguarda la moda donna, questa si rassume nel nome di Twiggy Lawson. E’ stata lei che, scelta da Mary Quant, ha lanciato la minigonna, must have dell’epoca e irrinunciabile capo d’abbigliamento anche nei decenni a seguire.
Gli anni ’60 sono il decennio del casual e delle gambe scoperte: ecco perché devi prediligere abiti corti e a sacco, dalla forma trapezioidale e senza punto vita. I colori prescelti sono quelli sgargianti e bisogna letteralmente osare con le stampe. Negli anni ’60, infatti, i pattern dei vestiti sono spesso optical, geometrici e dalle linee ben definite. La minigonna, però, è al parola magica della moda sessantottina. Accompagnata da camice trasparenti d’estate e maglioncini a collo alto d’inverno. Si può anche scegliere di indossare la cosiddetta Skinny Rib: una maglia aderente a costine che fascia la parte superiore del corpo, inventata ancora una volta da Mary Quant.
Gli occhi sono il grido di battaglia del look anni ’60: abbandonato il rossetto rosso, le tendenze del make up puntano a ricreare un effetto bambola con occhi appariscenti e spesso eccessivi. Eyeliner e mascara migliori amici del periodo in questione che, rigorosamente neri, rappresentano la vera essenza dell’epoca. I capelli, invece, vogliono tagli alla maschietta molto corti, oppure caschetti con la frangia. Tipici dell’epoca sono anche i capelli cotonati raccolti sotto una fascia o la classica coda di cavallo.
Anni ’70: in questa parentesi storica, impazza la passione per l’abbigliamento etnico. Un po’ odalisca, un po’ indiana, il bianco, colore egemone, rende il look molto elegante. Gli abiti sono tutti sopra al ginocchio impreziositi con grossi bottoni colorati e stampe quasi psichedeliche; pantaloni a zampa d’elefante e pancia scoperta sono il [i]must have[/i] di quest’epoca accompagnati da cappotti a campana e fiori applicati e ricamati. Il cosiddetto stile hippy, vuole colori vivaci: si va dal blu, giallo, rosso – i classici colori primari – a tonalità come il viola, l’arancione e il verde scuro.
Tra i capi anni ’70, da non perdere ci sono sicuramente i pantaloni a zampa d’elefante, generalmente dal mood used, sia in stoffa colorata che in denim magari corredati da strappi all’altezza delle ginocchia e piuttosto lunghi. Perfette le maglie e la canotte in color terra bruciata impreziosite da stampe etniche, da indossare con collane e bracciali che sembrano provenire dall’altra parte del mondo. Le amanti dello stile bon ton troveranno ciò che fa per loro grazie agli abitini che cadono dritti lungo la figura e ai cappotti in lana cotta a campana. Grande ritorno: gli occhiali da sole tondi. Sicuramente John Lennon si diede da fare per rendere ben duraturo questo dettame stilistico già allora. I suoi sunglasses con lenti rotonde hanno influenzato fortemente la moda e ora tornano a far capolino e a insidiarsi tra i nostri [i]must have[/i].
Queste le epoche tornate all’orizzonte modaiolo. E per non fare quel guazzabuglio di stili che, a volte, magari, vien anche spontaneo, dato che sono epoche passate e quindi ‘astoriche’, basterà seguire semplicemente i consigli sopra riportati. Solo così si sarà sempre al top (of the pop).