‘No al Femminicidio’, il grido degli studenti

28 ottobre 2013 | 10:08
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‘No al Femminicidio’, il grido degli studenti

«Prese in braccio il corpo improvvisamente disarticolato, le gambe insanguinate, il ventre livido, i poveri seni scoperti, segnati con furia, un morso su una spalla, E’ il ritratto del mio corpo, pensò, il ritratto del corpo di tutte noi, fra queste offese e i nostri dolori non c’è che una differenza, noi, per il momento, siamo ancora vive».
(José Saramago- Cecità)

L’Unione degli studenti aquilani dice ‘No al Femminicidio’. In una nota, l’associazione commenta la crudeltà, la passività e l’indifferenza che quotidianamente vive chi è vittima del silenzio. Mercoledì 16 ottobre, a Pescina, sono state freddate Fatime Selmanaj (45 anni) e sua figlia Senade (21), dall’ ex marito di Fatime e padre naturale di Senade. A scatenare l’episodio è stata la denuncia da parte della moglie per l’abuso delle due figlie minori.

Il caso ha voluto che il duplice omicidio abbia avuto luogo il giorno stesso della conversione in legge del decreto numero 119 sulla violenza di genere.

«La legge in questione – commenta l’Unione degli studenti dell’Aquila in una nota – incarna l’ennesima sconfitta di chi quotidianamente lotta affinché si parli di violenza sulle donne senza scadere nel moralismo e nel vittimismo, e affinché si ponga finalmente l’accento sulla soggettività e sulla libertà femminile. Ancora una volta, invece, le donne vengono considerate alla stregua di “soggetti da mettere in sicurezza”. Allo Stato viene attribuita la responsabilità giuridica di imporre l’irrevocabilità della querela nei casi più gravi, salvo poterla revocare nei casi meno gravi, pur agendo rigorosamente sotto il controllo del magistrato. Il messaggio è lo stesso di sempre: alla donna, debole, vittima e bisognosa di protezione, non resta che affidarsi alle politiche tutelanti dello Stato. Eppure, essere identificate come vittime dovrebbe essere sempre una condizione transitoria. Si è vittime di qualcosa e di qualcuno in precise circostanze. Nel momento in cui si costringe una donna al ruolo di vittima permanente la si imprigiona in una condizione di passività e le si preclude la facoltà di riscattarsi. Una legge che non tiene conto che una donna che subisce violenza è l’unica in grado e in diritto di poter decidere della propria vita, una legge che è espressione della cultura paternalista che procede con autoritaria scelta unilaterale in nome di una fantomatica salvaguardia e che è alla base della stessa violenza che a parole si vuole condannare, non solo promuove un’ulteriore forma di violenza più sottile e pervasiva, ma soprattutto umilia le donne».

Allo scopo di commemorare le vittime e di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle questioni di genere e, in particolare, a tutto ciò che concerne la violenza sulle donne, gli studenti delle scuole superiori di Avezzano hanno indetto un corteo dal conciso quanto diretto nome ‘NO al femminicidio’, previsto per domani, martedì 29 ottobre 2013.

I partecipanti all’iniziativa si raduneranno dalle ore 8:20 alle ore 9:00 a Piazza Matteotti per poi proseguire su via Garibaldi, via Corradini, via Marconi,Piazza della Repubblica, via Mazzini, via Nazario Sauro, via Cataldi fino a Piazza Risorgimento. L’arrivo del corteo a Piazza Risorgimento è previsto per le ore 10,30 in cui si terrà l’incontro con le varie istituzioni che hanno aderito a tale iniziativa. Inoltre, è previsto un Flash Mob a tema e nel pomeriggio gli studenti del Liceo Artistico ‘Vincenzo Bellisario’ di Avezzano allestiranno una mostra.

L’Unione degli studenti L’Aquila aderisce all’iniziativa e invita la cittadinanza tutta e il mondo sindacale e dell’associazionismo abruzzese a prendervi parte.

«Siamo studentesse e studenti – si legge ancora nella nota – che ogni giorno fuori e dentro le nostre scuole ci occupiamo di denunciare e dare alternative alle disuguaglianze di genere che sono presenti nel mondo del lavoro, nei luoghi del sapere, nella politica e nelle nostre città. Combattiamo, attraverso vertenze, un modello culturale patriarcale, una politica maschilista, che pervade la nostra nazione, ogni minaccia alla legge 194 ed ogni questione rilevante dell’agenda sociale politica ed economica da un’ottica di genere. Da anni crediamo che scuole e università debbano ricoprire un ruolo centrale nella diffusione di una corretta educazione all’affettività e nella denuncia quotidiana di fenomeni sessisti. Non c’è più tempo: il 29 ottobre ci riapproprieremo delle nostre piazze e lotteremo contro ogni forma di violenza e prevaricazione».

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