Ricostruzione, nuovo appello ‘Mia casa’

28 ottobre 2013 | 11:39
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Ricostruzione, nuovo appello ‘Mia casa’

«Nemmeno nella seduta di domani il Consiglio Regionale discuterà e approverà la “Legge Organica ad hoc” per la ricostruzione dell’Aquila e dei Comuni del cratere. Pur in presenza di un contesto di generale confusione tra norme e soggetti attuatori – commenta Pio Rapagnà, coordinatore del ‘Mia Casa d’Abruzzo’ – neanche la Commissione Speciale per la ricostruzione post-terremoto ha proceduto, in questi anni trascorsi dalla sua istituzione, a elaborare e trasmettere al Consiglio regionale una bene ordinata proposta di legge sulla ricostruzione, anzi, essa addirittura non è stata mai convocata dal presidente Antonio Iampieri».

«Che cosa devono pensare, a questo punto, i cittadini abruzzesi e le famiglie ancora sflollate? Che l’attuale Consiglio regionale, tra le centinaia di leggi approvate, ‘non ha le capacità, le competenze e le conoscenze tecniche’ per elaborare, sul piano dei contenuti specifici, proprio una ‘Legge Quadrio’ per la ricostruzione? E’ duro constatare, trascorsi ormai 4 anni e 6 mesi dal terremoto – osserva Rapagnà – che le massime istituzioni della Regione Abruzzo, gli Enti Locali e le strutture della pubblica amministrazione non riescono a dare il necessario sostegno all’opera di ricostruzione».

«Il Mia Casa d’Abruzzo, in presenza di gravi ritardi nella ricostruzione pubblica e privata, chiede al Consiglio regionale, agli organi di vigilanza e al difensore civico regionale, un intervento di idirizzo, di sostegno e di ‘persuasione morale’ nei confronti del Comune dell’Aquila, del Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche e dell’Ater quali soggetti attuatori della ricostruzione degli alloggi pubblici e privati. Il Mia Casa d’Abruzzo chiede, ancora una volta, al presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano e ai presidenti dei gruppi consiliari di dare una risposta precisa prima dell’inizio dei lavori del Consiglio di domani cui assisterà – annuncia infine Pio Rapagnà – una delegazione delle famiglie ancora sfollate».