
di Gioia Chiostri
Un corteo per ricordare. Un corteo per aiutare a ricominciare. Un corteo per dire basta alla donna vittima. Alla donna calpestata, sfruttata, depauperata, costretta, delusa, abbandonata. Le scuole di Avezzano hanno organizzato questa mattina una manifestazione che abbracciasse tutto ciò. «Anche il cielo è a lutto oggi – ha spiegato un rappresentante d’istituto a capo del corteo – oggi che si vuole ricordare chi è venuto a mancare per egoismo e possessione altrui. Noi studenti marsicani diciamo no al femminicidio, no alla violenza sulla donna».
Il corteo è partito dalla stazione ferroviaria e ha occupato tutte le strade avezzanesi. Gelosia, possesso, indifferenza, troppo amore, troppo odio, vendetta: queste le cause di femminicidio gridate a squarcia gola da chi ha vissuto da vicino un lutto tremendo di cotal genere. Presenti in prima fila, infatti a tenere alto lo striscione con lo slogan della manifestazione, Lirim e Fatlind Selmanaj, figli di Fatime e fratelli di Senade, le due donne vittime del nero delitto accaduto giorni fa a Pescina. Loro le guide di una fiumana di gente indignata contro una società che sta ferma, che non reagisce a fronte del sangue innocente versato.
1500 ragazzi, secondo i dati ufficiali hanno partecipato ad una manifestazione epocale. Promotori del corteo organizzato, gli studenti dell’istituto d’arte ‘Bellisario’, in collaborazione con i compagni del liceo classico ‘Torlonia’, dello scientifico ‘Pollione’, dell’istituto tecnico ITC ‘Galilei’, dell’istituto tecnico industriale ‘Majorana’ e dell’Istituto Magistrale ‘Benedetto Croce’. Presenti anche gli studenti del Turistico di Tagliacozzo e dell’Alberghiero dell’Aquila, scuola frequentata dai fratelli e figli delle due donne ingiustamente uccise.
«L’idea è stata dei ragazzi – così ha commentato la manifestazione il preside del liceo classico e artistico di Avezzano, Ilio Leonio – io ho solamente dato loro l’appoggio concreto in merito a locali e stanze per l’organizzazione. Sicuramente ciò che li ha spinti oggi in piazza è, al di là dei tristi fatti di cronaca di violenza che oramai sono all’ordine del giorno, la vicinanza della ragazza uccisa. Era alunna dell’istituto d’arte, e come tale, amica, conoscente e vicina di tutti noi. Sono orgoglioso di ciò che Avezzano ha dimostrato oggi. Di ciò che la scuola avezzanese, anzi, ha dimostrato oggi. Sono presenti anche i due fratelli di Senade. Per noi era importante far sentire loro la nostra solidarietà e vicinanza. Li aiuteremo a combattere questa cruda battaglia».
Ha sottolineare l’importanza della manifestazione anche un ex rappresentate dell’istituto Torlonia – Bellisario: «ho deciso di partecipare sia come ex rappresentante degli studenti che come studente al corteo, in quanto la problematica del femminicidio, piaga diffusa, è diventata in questi giorni motivo di lutto per il nostro territorio. Abbiamo allestito una raccolta fondi da destinare ai due ragazzi rimasti orfani, poiché vogliamo contribuire non solo moralmente ma anche fisicamente a farli stare meglio. Verranno raccolti durante tutta la durata del corteo. Abbiamo, inoltre, creduto doveroso invitare anche le autorità: il sindaco Di Pangrazio, Stefania Pezzopane, l’onorevole Piccone, presente non fisicamente ma spiritualmente con l’invio di una lettera, il sindaco di Pescina Maurizio Di Nicola, il primo cittadino di Aielli Benedetto Di Censo e il primo cittadino di Balsorano, Mauro Tordone. Accanto agli amministratori locali anche i consiglieri regionali Giuseppe Di Pangrazio e Daniela Stati».
Il sindaco Gianni Di Pangrazio ha aggiunto, a termine della manifestazione: «Fiero di essere sindaco di una generazione di giovani come questa, che oggi ha dimostrato di saper combattere per i giusti valori. Hanno fatto una scelta coraggiosa, quella di schierarsi contro il pregiudizio, il silenzio e l’onta a favore dei valori, della tradizione, della giusta collaborazione fra uomo e donna. Mi sento di dire che questa di oggi è una battaglia politica a tutti gli effetti, perché si stanno difendendo le priorità sane della vita di ognuno. Proprio in questi giorni, è stato inaugurato il centro antiviolenza ‘Oasi 8 marzo’: il progetto, promosso da Comune di Avezzano, Croce Rossa Italiana, Provincia dell’Aquila, Prefettura e Tribunale di Avezzano, che nasce per tutelare l’universo femminile dalla violenza».
Toccanti anche le parole della senatrice Stefania Pezzopane, che ha affermato: «Oggi la piazza di Avezzano si è dimostrata essere capitale dell’Abruzzo riguardo una piaga della società di oggi che definirei scioccante: la violenza contro le donne. All’inizio della mia carriera politica, io stessa cominciai raccogliendo le firme contro la concezione che c’era allora di violenza sessuale. All’epoca, vigeva questo orrendo pregiudizio: ossia che non si stuprava la donna in quanto tale, ma un’idea, l’idea di buona decenza e giusta morale. È questo è ingiustificabile, come è ingiustificabile il femminicidio. Prima di divenire senatrice, fui assessore alle politiche sociali dell’Aquila.
«Mi ricordo – continua Pezzopane – della vicenda di una donna, Orietta, che era vittima di violenza da parte del compagno che non voleva denunciare. ‘Se lo denuncio, mi tolgono i figli’, mi diceva. ‘E poi io mi vergogno a raccontare le violenze che ho subito, non ce la faccio’, mi ripeteva. Ebbene, è stata uccisa lo scorso anno di fronte ad un supermercato e agli occhi della madre. Proprio in questi giorni è stata approvata finalmente una legge in parlamento che fornisce gli strumenti per la prevenzione della violenza di genere. Ora che si ha lo scudo, bisogna utilizzarlo bene, questo è il nostro compito e dovere».
Il sindaco di Pescina, Maurizio di Nicola, ha testimoniato invece tutta la vicinanza che nella cittadina marsicana si è accesa al momento del bisogno. «I ragazzi di Pescina – ha detto – hanno aperto un conto corrente per aiutare i due fratelli in difficoltà. La famiglia Selmanaj dovrà affrontare adesso problemi diversi rispetto a quelli passati. Dovere nostro è il soccorso. Per chiudere, vorrei ricordare una storia vera, narrata dal grande Ignazio Silone, di Luca, incarcerato purché innocente per difendere l’onore della donna che amava. Ebbene, bisognerebbe prendere spunto da ciò, capire che la donna ha il dovere di dire no, e l’uomo quello di comprenderlo».
È stata coniata anche una parola nuova per descrivere questa triste realtà quotidiana: femminicidio. Altro non è se non l’omicidio di massa delle donne. Una inaudita e ingiustificata violenza di genere. Diciamo basta.
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