«Liris, D’Eramo e Piccinini abbiano coraggio»

29 ottobre 2013 | 18:24
Share0
«Liris, D’Eramo e Piccinini abbiano coraggio»

«A Liris, D’Eramo e Piccinini rispondiamo con amarezza. Non avremmo mai pensato di stare a discutere di basse strumentalizzazioni politiche in un momento tanto delicato per la nostra città, che in questi giorni si gioca un pezzo importante di futuro».

«Dipende anche da noi il risultato atteso, l’ottenimento delle risorse indispensabili per la ricostruzione. Giocare a provocare e a dividere gli avversari politici fa parte della comune dialettica del dibattito politico. Ma farlo adesso, quando dovrebbero essere massimi l’impegno e l’unità della città nel comune obiettivo, è decisamente sintomo nel migliore dei casi di scarsa contezza della realtà, nel peggiore di un certo deficit di visione, per non dire altro».

Sostituire le bandiere del Pd con quelle neroverdi, rinunciare alla corsa alla segreteria provinciale, queste sono scelte figlie di una parola di cui a destra, all’Aquila, sembrano aver dimenticato il significato: coraggio. Il coraggio di discutere i vertici, il coraggio che è necessario nei momenti drammatici. Non è lo è abbastanza questa situazione? Non se ne sono accorti Liris, D’Eramo e Piccinini? Vogliamo vedere a questo punto se anche loro avranno il coraggio, come abbiamo fatto noi, di mettere al primo posto L’Aquila e polemizzare con i propri partiti nazionali per sensibilizzarli su questa battaglia».

«Ricordiamo che su questa vicenda scontiamo il peccato originale della mancata istituzione di una tassa di scopo, che noi proponemmo in Parlamento e che il centrodestra non votò. Saremo costretti a rivedere questo triste film? Noi chiediamo al Pd nazionale e a tutti gli altri partiti di votare in Parlamento le proposte degli aquilani a favore di questo territorio, loro facciano altrettanto. Vogliamo lanciare un appello alle altre forze politiche cittadine: questa battaglia può essere vinta soltanto se ci sarà la massima coesione e unità del territorio a prescindere dall’età o dal colore politico di chi intende intraprenderla».