
«Al laboratorio progettuale di Bioarchitettura, in collaborazione con l’università di Bologna, facoltà d’Architettura, e in convenzione con l’Asl1, sono aperte le iscrizioni fino al 15 dicembre». A dichiararlo è la Fondazione italiana di Bioarchitettura.
«Il Laboratorio progettuale di Bioarchitettura, nella sua 13esima edizione – si legge nella nota – in collaborazione con
l’Università di Bologna e sotto la guida di un progettista di fama internazionale (l’architetto
Christian Schaller di Colonia), affronterà la riqualificazione di Collemaggio, un’area di
importanza storica e strategica per L’Aquila».
«Una sfida professionalizzante – si legge ancora nella nota – rivolta a laureati in discipline scientifiche con l’obiettivo di elaborare
un progetto urbanistico e architettonico dai decisi connotati ecologici. Di più, è previsto che il preprogetto
finale venga preventivamente “adottato” dall’Amministrazione pubblica, l’Asl1, che, se
possibile, si impegnerà a realizzarlo – ecologia significa anche non sprecare tanto pensiero e lavorocoinvolgendo
i partecipanti in tal modo non in una generica elaborazione ma in una pratica del
progetto condizionata, compiuta nel reale, guidata da regolamenti, esigenze e richieste, risorse,
costi».
«Gli argomenti – si legge nella nota – prescelti ed elaborati attraverso un primo processo partecipativo aperto a interessati,
coinvolgono riflessioni e discipline diverse, interventi a scale differenti, ove ciascuno trova
l’opportunità per affrontare e definire l’ambito a lui più congeniale. Lavorare insieme consente di
porsi su un livello concreto e strategicamente più elevato rispetto alla pratica corrente, consentendo
la riscoperta del significato e degli strumenti del mestiere progettuale. Trasformare una sommatoria
di tecnologie e materiali ecocompatibili e biosostenibili in un luogo accogliente richiede scelte
consapevoli. La razionalistica coerenza tra forma e funzione viene sostituita dalla facilità di
antropizzazione dello spazio, dalla percezione del sentirsi a casa, di mettere le radici».
«Leggere l’area di Collemaggio – conclude la nota – luogo simbolo del tessuto urbano aquilano, gravemente distrutto dal
terremoto, come organismo, luogo privilegiato di produzione, significa relazionarsi con lo spazio e
il tempo, con la variazione e la permanenza, con la storia e la geografia, con i bisogni della gente,
con le esigenze e fruizioni complementari a L’Aquila per quando sarà ricostruita».