
di Gioia Chiostri
L’associazione Gema (Gruppo ecologico micologico abruzzese) partorì la sezione marsicana nel lontano 1979. L’idea, la spinta o per meglio dire la scintilla, derivò dalla volontà di un gruppo di amici, «che si sono uniti per portare avanti una passione, quella di studiare scientificamente le specie dei funghi».
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Loreto Guglietti, membro del direttivo dell’associazione culturale, spiega in un’intervista al Capoluogo.it lo scopo primario dell’esistenza del Gema. «Al di là della passione, noi membri del gruppo abbiamo proprio uno statuto al quale appellarci, il quale, all’articolo 2, recita che lo scopo è e deve essere ‘la salvaguardia e difesa dell’ambiente, nonché la promozione di ogni iniziativa utile alla conoscenza ecologia e micologica’. Inoltre, noi del Gema, puntiamo, come testimonia ancora lo statuto, alla ‘sensibilizzazione dei cittadini e delle autorità pubbliche per il rispetto e l’amore per la natura, con particolare riferimento agli habitat micologici’».
Il Gema però non si è fermato alla passione, primo trampolino umano, ma è diventato ad oggi un’associazione culturale, che riunisce tutti gli appassionati di funghi. «Siamo una Onlus – afferma Guglietti – siamo anzi la prima associazione in Italia che ha ricevuto questo riconoscimento. La sezione marsicana, inoltre, è assolutamente apolitica: l’unica finalità che sposa è quella della solidarietà sociale. Azzarderei ancora a dire che è l’associazione più longeva in tutta la Marsica. Non so se esistano altre associazioni di cotal storia».
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«Riguardo al corso che abbiamo attivato, quello di formazione micologica, rivolto ovviamente a tutti – aggiunge – è arrivato alla sua sesta edizione. I corsi che attiviamo, sono quelli previsti dalla legge regionale del 2006, numero 34. Questa, di fatti, prevede che chi vuole andare a funghi sia dotato di un permesso. Il nostro corso dura 24 ore e può essere attivato tutto l’anno. Ogniqualvolta si hanno richieste sufficienti, si fa partire la formazione. Il costo è di 30 euro. Permette, però, di ottenere l’attestato necessario per ricevere l’autorizzazione utile per la raccolta funghi. Noi, in qualità di Gema, rilasciamo l’attestato di partecipazione. Successivamente bisogna recarsi in Provincia e fare la richiesta. Solitamente il corso, che si tiene nella nostra sede ed è prevalentemente teorico, consta di trenta presenze a volta. Purtroppo i nostri corsi sono scarsamente frequentati da donne; ad oggi ne contiamo solamente tre. I giovani, invece, si stanno avvicinando molto». La sede è situata in via Michelangelo Buonarroti, accanto all’Istituto agrario, con il quale, spiega Guglietti, vige «una specie di collaborazione. I ragazzi vogliono sapere, hanno sete di conoscenza. Per questo collaboriamo un po’ con tutte le scuole della Marsica».
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«L’università dell’Aquila, inoltre – sottolinea ancora Loreto Guglietti – ha con noi un legame stretto. Tant’è che l’associazione l’abbiamo fondata assieme con i componenti dell’università, prevalentemente con la Facoltà di Scienze Ambientali. All’Aquila, di fatti, è attiva la Sezione Valforana: loro, differentemente da noi, si sono costituiti sei o sette anni fa. Ogni anno istituiamo poi un calendario di attività culturali. Abbiamo ad oggi anche una pubblicazione scientifica internazionale poiché, non dimentichiamo che la micologia è prima di tutto una scienza e come tale un vasto campo di ricerca».
Il Gema organizza inoltre ogni anno un convegno internazionale di micologia. Quest’anno, si è svolto nel Parco Nazionale d’Abruzzo e ha visto la partecipazione di tutti i più grandi micologi italiani. «I convegni – spiega il membro dell’associazione – sono per lo più scientifici; vengono illustrate infatti le recenti ricerche nel settore micologico. I relatori portano le ultime pubblicazioni, tutti gli studi più recenti e quelli più degni di nota vengono pubblicati su una rivista internazionale. È finalizzato proprio a raccogliere materiale nuovo così da permettere maggiore conoscenza».
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Le tecniche migliori per riconoscere i funghi? «Le tecniche divulgate – afferma Loreto Guglietti – sono tutte false. Per riconoscere i funghi bisogna conoscere i funghi, non c’è altro modo. E per riconoscere i funghi bisogna studiarli. Il rischio di sbagliare un riconoscimento è elevato. Per quanto riguarda i funghi mortali, sono molto diffusi, anche se sono solamente quattro o cinque. Ovviamente ci sono anche nella Marsica (Rocca di Mezzo, Barrea, San Vincenzo, Valle Roveto, Carsoli). Ad esempio, il classico fungo rosso con i puntini bianchi sul cappello (Amanita muscaria), non è velenoso ma allucinogeno».
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«Ad Avezzano, qualche tempo fa, è avvenuto un brutto caso di avvelenamento per funghi – prosegue Guglietti – Tutta colpa della [i]Clitocype amoenolens[/i], che ha provocato delle intossicazioni molto gravi. Questo fungo ha avvelenato delle famiglie intere, in quanto è causa di un avvelenamento particolare, definito ‘per accumulo’. La prima volta che lo si mangia, non dà particolari sintomi, mentre alle volte successive dà un avvelenamento sui generis: tutte le articolazioni dell’uomo diventano molto sensibili e dolorose. Non è di certo un avvelenamento mortale, ma per mesi una famiglia di Avezzano, vittima dell’intossicazione, ha sofferto molto non potendo toccare nulla con gli arti in quanto ipersensibili. Trovava sollievo solo con il gelo. Questo è accaduto perché la [i]Clitocype amoenolens[/i] assomiglia a dei funghi commestibili e quindi può facilmente essere scambiata. Un nostro socio che era allora attivo all’Ospedale Civile di Avezzano, adesso in pensione, analizzò il caso e riconobbe dalle spore osservate al microscopio che era avvelenamento da funghi. Per quel tipo di intossicazione, non esiste cura e nemmeno antidolorifico alcuno».
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«La micologia – così ha concluso l’esperto rivolto ad una non-esperta – è una delle scienze più difficili; i funghi hanno colori diversi e forme diverse. Non troverà mai due funghi uguali. Per riconoscerli bisogna utilizzare tutti i sensi e non soffermarsi sull’aspetto e all’odore. E’ necessaria una conoscenza a trecentosessanta. Per questo invito sempre tutti a venirci a trovare».
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