Regione, Direr: «Scardinato sistema valutazione dirigenza»

Il sindacato Direr Abruzzo (della Federazione nazionale dei dirigenti e dei quadri direttivi delle regioni) esprime viva protesta e rifiuta qualsiasi tentativo strumentale volto a creare scontro fra i dirigenti e il restante personale.
«Le responsabilità pesanti della difficile situazione in atto nella Regione Abruzzo – si legge in una nota a firma del segretario regionale, Silvana De Paolis – sono tutte da attribuire alle scelte sbagliate poste in atto da questo governo regionale. E’ mancata a questa Amministrazione la necessaria visione strategica e programmatica dell’organizzazione regionale. Si è assistito a scelte legislative effettuate senza una adeguata analisi di fattibilità (si pensi alla eliminazione delle agenzie regionali – ARSSA, APTR e Abruzzo Lavoro – che ha aumentato i problemi, senza produrre il miglioramento dei servizi e la diminuzione dei costi). Una rincorsa ossessiva ai tagli all’organico della dirigenza imposti in maniera lineare, indiscriminata e sperequata sul territorio, che ha costretto i direttori a porre in essere uno stressante e permanente processo di riorganizzazioni, parcellizzate, a volte mirate, che sta ipotecando la funzionalità della macchina regionale. La struttura è stata ridotta intervenendo senza analisi dei fabbisogni e senza standard oggettivi, a scapito dell’efficienza e della efficacia del sistema, mortificando le professionalità interne e scaricandone tutta la colpa e la responsabilità sulla dirigenza».
«Sui dirigenti rimasti in servizio dopo i tagli – afferma sempre il sindacato – si sono sommate molteplici responsabilità aggiuntive a cui non ha fatto riscontro nessun incremento stipendiale. Questo Governo regionale ha scardinato il sistema della valutazione della dirigenza minando i principi di indipendenza e oggettività, con un pericoloso passo all’indietro nel percorso del riconoscimento del giusto merito. Ancora mancano le valutazioni della dirigenza relative all’anno 2012 e non è affatto vero che sono pronti i premi per i dirigenti perché ancora non viene quantificato il fondo per il risultato della dirigenza dell’anno 2012. I dirigenti con senso di responsabilità hanno addirittura dato la propria disponibilità a rinunciare a parte del loro fondo di risultato per l’anno 2012 a favore del restante personale; ma tutto è rimasto lettera morta per la latitanza dell’assessore Carpineta e l’incapacità del Governo regionale di adottare i necessari provvedimenti».
«Tutto il personale della Regione – conclude – è in difficoltà e vede negati i propri sacrosanti diritti contrattuali; gli stipendi dei dipendenti pubblici, a differenza dei privati, sono fermi dal 2009 e continueranno a subire il blocco fino al 2016. Non si stanno difendendo privilegi di casta come ingiustamente dice “l’indignato” Presidente Primavera. Per risparmiare sono stati prodotti guasti forse irreparabili al corpo organizzativo, mentre i politici non hanno avuto neanche il coraggio di tagliare i costi della politica e gli incarichi fiduciari. Ora con la scusa dei risparmi ci si appresta a tagliare anche il numero dei dirigenti in Consiglio Regionale. Non sarà forse per celare l’aumento di spesa collegato al mantenimento degli attuali 45 consiglieri in attesa del rinnovo elettorale? Non è questo il risanamento che chiedeva la Direr quando ha più volte sollecitato la riforma regionale; è dalla sanità e dal suo debito che assorbe la stragrande parte del bilancio regionale che si deve ripartire per razionalizzare il sistema e recuperare risorse, senza tagliare i servizi al cittadino ed alle imprese».