
Dopo il comportamento «assente e inconcludente» della Giunta regionale «sulle gravi inefficienze dell’apparato burocratico regionale e le proteste del personale» scende in campo il Consiglio.
Lo fa sapere il segretario di Cgil funzione pubblica Abruzzo, Carmine Ranieri, il quale sottolinea: «finalmente la politica regionale batte un colpo sulle gravi inefficienze legate alla gestione del personale, sceso in uno stato di agitazione che può precludere allo sciopero».
La mobilitazione è legata al fatto che il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e l’assessore al ramo, Federica Carpineta, non hanno dato ancora risposte sulla mancata ricollocazione dei circa 300 dipendenti delle agenzie regionali soppresse, tra cui Arssa, Aptr e Abruzzo Lavoro, riassorbiti alcuni anni fa dalla Regione, e sulla conseguente mancata ufficializzazione delle economie risparmiate dall’operazione: il 50% sarebbe andato a rimpinguare il fondo per il salario accessorio dal quale scaturisce l’indennità di risultato.
La situazione, secondo i sindacati, porta un aggravio di lavoro per una parte del personale, a fronte di un abbassamento della quota legata alla produttività, proprio perché a “dividere” il fondo sono anche gli ex dipendenti delle agenzie soppresse, nonostante non abbiano una collocazione operativa.
Ranieri ricorda che il capogruppo di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, ha presentato un disegno di legge per sbloccare la situazione. Ieri il vice presidente del Consiglio Giovanni D’Amico ha presentato un’interpellanza con cui chiede al presidente Chiodi e all’assessore Carpineta come intendano risolvere i problemi del mancato inquadramento funzionale del personale tra le Direzioni. I sindacati hanno inoltre inviato una richiesta di incontro ai capigruppo consiliari per avviare iniziative in grado di risolvere la complessa questione.
«L’auspicio del sindacato è che tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, si sentano partecipi di un necessario processo di miglioramento dell’apparato regionale che valorizzi la produttività del personale in base al merito e consenta alla macchina amministrativa di esprimere al massimo le sue funzioni fondamentali per la crescita della nostra Regione», questa la conclusione di Ranieri.