
L’Autunno, alla fine, ce l’ha fatta. Dopo un ottobre che, dati alla mano, è stato il più caldo dal 2004 (a pari merito col 2006), sono arrivate le nuvole sui cieli aquilani e le temperature cominciano a scendere gradualmente. Dopo circa due settimane di anticiclone, già dalla mattinata di oggi è in transito una lieve perturbazione atlantica che sta portando fenomeni piovosi sul versante tirrenico, fenomeni che potrebbero sconfinare anche nell’Aquilano con isolati rovesci tra oggi e domani.
Le temperature sono ancora superiori rispetto alla media del periodo ma ecco che da lunedì sera un’altra perturbazione atlantica, stavolta di maggiore intensità, porterà precipitazioni anche forti e un calo termico di 8-10 gradi centigradi.
Questo vortice perturbato farà il suo ingresso nel Bel Paese già da lunedì 4, con precipitazioni vivaci nelle regioni del medio-alto versante tirrenico e in Sardegna, mentre in serata peggiorerà anche sul Nordovest. Martedì 5 le precipitazioni si trasferiranno gradualmente verso le altre regioni e non mancheranno violenti rovesci, anche a carattere di nubifragio. Tali presupposti creerebbero le condizioni per la prima nevicata di stagione sull’Appennino abruzzese, al di sopra dei 2000 metri di quota.
Il miglioramento dovrebbe arrivare già da mercoledì e nelle giornate di giovedì 7 e venerdì 8 novembre, complice ancora una volta l’anticiclone, avremo tempo soleggiato e temperature in nuovo rialzo sopra la media del periodo; ma già da sabato 9, un rapido cedimento del diaframma anticiclonico, pare possa favorire la penetrazione di correnti cicloniche provenienti dall’Atlantico.
Per la prima metà di novembre, dunque, faremo i conti con un autunno variabile, che vedrà l’alternarsi di correnti miti e correnti fresche, ma senza irruzioni artiche fredde. Quello che ci vorrebbe per un cambio di rotta stagionale sarebbe un rallentamento dei flussi portanti e quindi un maggior sviluppo lungo i meridiani delle stesse onde atmosferiche. La calotta artica è già carica di aria molto fredda e, se il vortice polare mollasse la presa, l’inverno sicuramente non si farebbe attendere oltremodo. (g.b.)