
La Conferenza dei rettori «é compatta quando si tratta di operare per la demolizione dell’intero sistema delle Università statali (vedi la legge cosiddetta Gelmini, voluta e sostenuta dalla Crui) o quando si tratta di protestare per i tagli a tutti gli Atenei. Tace quando invece si tratta della distribuzione delle risorse ai singoli Atenei, come é successo recentemente per la distribuzione dei punti organico». Lo afferma l’Andu (Associazione nazionale docenti universitari).
«Ora, dopo l’approvazione della Camera del decreto istruzione, Stefano Paleari, rettore dell’Università di Bergamo e presidente della Crui, commenta: «Così ci costringono a vivere alla giornata. Dal provvedimento sono spariti quei 41 milioni di euro aggiuntivi destinati alle università virtuose come la nostra».
L’ira di Paleari è dovuta anche perché per ottenere i fondi le università italiane sono state sottoposte a una valutazione Anvur che ha richiesto molto da parte degli atenei».
«Alla Crui non viene il dubbio – chiede l’Andu – che non abbia alcun senso una qualsiasi ripartizione ‘premiale’ delle risorse pubbliche, prima che tutti gli Atenei vengano messi in grado finanziariamente e normativamente (gestione democratica, diritto allo studio, precariato, docenza, ecc.), di svolgere al meglio le loro attività didattiche e di ricerca. L’unico senso che ha – conclude – è quello di chiudere o emarginare la maggioranza degli attuali Atenei, per ridurre quelli veri (didattica e ricerca) a 17, come ordinato dalla Confindustria, o a 5, come vorrebbe Matteo Renzi, candidato alla segreteria del Pd».