
di Nando Giammarini*
La chiusura di un ospedale di montagna, allocato a 955 metri sul livello del mare, è un vero e proprio attentato alla vita e alla salute dei cittadini che già sopportano notevoli difficoltà, soprattutto d’inverno, quando la neve cade abbondante e il gelo rende praticamente impossibile la viabilità. Parliamo del caso dell’Ospedale Grifoni di Amatrice che la Regione Lazio vorrebbe declassare da “ospedale di tipo C” a “Casa della Salute”.
Bisogna ricordare – come giustamente sostengono i cittadini e il sindaco della bella cittadina dell’Alta Valle del Velino, nota in tutto il mondo per i suoi spaghetti, che il Grifoni in termini di ristrutturazioni ha già dato, poiché ai tempi della Giunta Polverini vennero eliminati quei reparti che facevano del nosocomio un vera struttura sanitaria. E’ stato mantenuto solo l’indispensabile: il pronto soccorso, otto posti per acuti di medicina e vari servizi di secondaria importanza. Togliere anche questo sarebbe davvero troppo.
La gente di montagna, temprata ai duri sacrifici, non ci sta e non capirebbe mai una simile, scellerata, decisione che li priverebbe, è davvero il caso di dirlo, del più elementare diritto all’assistenza.
Ricordiamo all’opinione pubblica che il Grifoni è un ospedale di frontiera, al servizio dell’utenza di tre Regioni limitrofe: il Lazio, con tutti i Comuni da Antrodoco ad Acummoli, l’Abruzzo con i Comuni dell’Alta Valle dell’Aterno in particolare Montereale e Campotosto, le Marche con i Comuni da Acquasanta Terme in poi. Va da sé che un simile territorio non può essere sguarnito di un ospedale con tanto di pronto soccorso, postazione del 118 ed eliambulanza per i casi di estrema necessità.
Riflettano i lettori, ma soprattutto i politici alla guida della Regione Lazio – in primis il presidente Zingaretti, uomo di grande correttezza, bontà, e onestà intellettuale – sul fatto che in caso di emergenza i mezzi di soccorso impiegherebbero non meno di un’ora per raggiungere l’ospedale più vicino: il De Lellis di Rieti. Va da sé che un paziente grave in un simile lasso di tempo finirebbe la sua vita più velocemente della macchina che lo trasporta verso il nosocomio più vicino.
Altro elemento non trascurabile nel momento di operare la scelta di far continuare o meno ad esistere l’ospedale di Amatrice è che esso è situato in zona alto rischio sismico come dimostrano le recenti scosse seguite al terribile sisma dell’Aquila del aprile 2009.
Tutti i cittadini dei territori interessati sono mobilitati in difesa del Grifoni che poi, tradotto in soldoni, significa tutela della salute delle genti di montagna le quali, come ama ripetere il presidente Zingaretti, “Non debbono essere lasciate sole”. Intanto si è formato un comitato in difesa della struttura sanitaria amatriciana che ha lanciato, anche su Fb, una petizione, che attualmente ha raccolto 3495 firme. Lo stesso è intenzionato ad invitare ad Amatrice il presidente Zingaretti, convinto che la politica sanitaria non si fa al caldo delle stanze dei bottoni ma nei territori interessati, tra la gente, per capire la reale situazione dei cittadini direttamente interessati.
Questa la petizione: ”[i]Ci rivolgiamo a Lei per salvare l’Ospedale di Amatrice e per ottenere conferma di quanto già sancito nel D.c.a. 80/2010, in quanto appare di tutta evidenza che l’Ospedale Grifoni di Amatrice debba essere espunto dalla lista dei presidi ospedalieri da convertire in ‘Case della salute’ e debba quindi essere confermato il carattere peculiare e distintivo sancito nel D.c.a. 80/2010 che così recita: […]considerata la particolare condizione geografica della struttura, le distanze e i tempi di percorrenza per raggiungere il presidio ospedaliero di Rieti, si dispone la riconversione del presidio in ospedale distrettuale di II livello (tipo C): una struttura che garantisca, oltre alle funzioni core, un punto di primo intervento gestito da medici ospedalieri, con 2 posti di Obi e 8 posti letto di Medicina Generale, con postazione del ‘118’, Elisuperficie e Specialistica Ambulatoriale[/i]”.
Sperando si arrivi ad una positiva conclusione della vertenza rimaniamo in vigile attesa.
[i]*lettore[/i]
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