
di Marcello Spimpolo
Il campo di Paganica è sovraffollato, quello di Villa Sant’Angelo ospita il derby di calcio, del Fattori neanche a parlarne, ciliegina sulla torta, la società beneventana si rifiuta di anticipare l’incontro alle 12.30 e così le Belve neroverdi della Old L’Aquila Rugby femminile devono ringraziare la disponibilità e l’ospitalità dell’Avezzano Rugby che permette loro di giocare la partita di domenica prossima presso l’impianto di Via dei Gladioli, alle 14.30.
Al di là del bel gesto dei gialloneri, che sottolineiamo, resta il fatto che una squadra che gioca un campionato di Serie A debba essere costretta a girovagare per la mancanza di strutture sportive in città. O per mancanza di coordinamento e collaborazione con le altre realtà cittadine?
E’ una vicenda che fa il paio con l’assurdo calendario della Serie A maschile che, non tenendo conto che le principali società – L’Aquila Rugby e la Gran Sasso – vanno ad attingere dallo stesso bacino di tifo, vede ben 9 partite del campionato da giocare contemporaneamente in casa. Con l’ovvio risultato che la domenica (il 17 sarà una di queste) i tifosi debbano scegliere quale squadra andare a vedere.
Ma la tanto auspicata unità d’intenti del rugby aquilano non dovrebbe o potrebbe partire da queste piccole cose?
{{*ExtraImg_171020_ArtImgCenter_226x151_}}