Teramo, «112 cani spostati senza rispettare la legge»

8 novembre 2013 | 16:17
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Teramo, «112 cani spostati senza rispettare la legge»

«La Lndc scende in campo ancora una volta di fronte all’ennesimo, deprecabile caso di trasferimento di cani. Un trasferimento avvenuto senza rispettare i termini di legge». A dichiararlo è la Lega Nazionale per Difesa del Cane di Teramo.

«I 112 animali, quasi tutti anziani, alloggiavano da sempre – si legge nella nota – all’interno dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, il quale ha provveduto “improvvisamente e arbitrariamente” ad affidare il servizio di ricovero e mantenimento dei cani al canile privato di Fallo in provincia di Chieti. A ben 151 chilometri di distanza da contrada Gattia (Te), dove gli animali erano ospitati da più di dieci anni. La Lndc di Teramo, come è doveroso per un’associazione che ha a cuore per prima cosa il benessere degli animali, esige che il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi e il direttore Generale dell’IZS, Fernando Arnolfo forniscano spiegazioni in proposito».

Catia Durante, presidente della sezione di Teramo della Lega del Cane nutre parecchie perplessità: «Sono molto preoccupata per la gestione di questi 112 cani. Soprattutto per le modalità di scelta della struttura di ricovero. Con quale criterio l’IZS di Teramo ha scelto la ditta Abruzzo Servizi s.r.l. di Fallo in provincia di Chieti? Ma soprattutto come può l’IZS deportare 112 cani intestati al Comune di Teramo, a quanto pare senza chiedere autorizzazione all’Ente?».

«Il trasferimento degli animali, con queste modalità, contravviene espressamente alle prescrizioni e alla ratio legis alle quali si ispira la normativa nazionale, legge numero 281/1991, in materia di randagismo – si legge ancora nella nota – Inoltre la Circolare Ministeriale numero 5 del 2001 chiarisce come la finalità della gara d’appalto per il ricovero dei cani randagi o per la gestione dei canili sanitari, non debba essere rivolta al solo mantenimento in vita degli “ospiti” ma debba tenere conto anche della qualità del servizio offerto e di tutte le attività i cui scopi sono l’affidamento e il controllo degli animali affinché sia garantito il loro benessere».

«Ricordiamo – prosegue la nota – che da tutto il contesto della Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, si evidenziano le responsabilità del Comune, della Asl e della Regione. Non solo. Il combinato disposto tra la legge 281/91 e la 189/2004 sui maltrattamenti, porta a considerare maltrattamento l’eradicazione. Dopo tanti anni di buona permanenza, dei cani non dovrebbero essere sottoposti ad uno stress psicofisico con conseguenze irreversibili; sotto l’aspetto giurisprudenziale è da rilevare come la letteratura riconosca l’infliggere una condizione di stress come maltrattamento e definisca la sofferenza degli animali legata anche ad aspetti non semplicemente fisiologici. Così, la sentenza numero 175 del gennaio 2008 della Cassazione penale, sezione III, ha affermato che la sofferenza può consistere nei soli patimenti; la deportazione dei cani, dunque, ha significato, alla luce della giurisprudenza sopra citata, infliggere volontariamente sofferenze».

«Nondimeno – si legge ancora nella nota – anche in caso di “trasferimento”, il sindaco rimane il responsabile dei cani prelevati sul proprio territorio e collocati in strutture site in altri Comuni e deve obbligatoriamente: informare del trasferimento dei cani il Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio della struttura individuata; effettuare personalmente verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere dei propri animali, non meno di una volta l’anno; dare comunicazione dei risultati ottenuti e dello stato di salute e benessere degli animali al Consiglio Comunale anche nel Rendiconto della Gestione».

«Stiamo parlando di cani anziani che hanno vissuto tutta la loro esistenza nella contrada Gattia, dove ha sede l’Istituto Zooprofilattico – continua la Durante – Bisogna anche considerare il fatto che si tratta di animali sfortunati, che hanno aspettato invano un’adozione mai arrivata. Per loro trovarsi all’improvviso in un canile che ospita un numero ingente di loro simili potrebbe cagionare danni sia fisici sia psicologici. La responsabilità morale, e non solo quella, a questo punto riguarda non solo il Sindaco di Teramo, ma anche il direttore generale dell’IZS».

«Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Teramo e le associazioni di volontariato locali auspicano un cambio di rotta e il ripristino della legalità per assicurare tutela e benessere ai 112 cani in questione. Era già in programma la realizzazione di un centro per il benessere animale, un parco rifugio ideato proprio per ospitare i cani spediti invece a Fallo – conclude la presidente della sezione Lndc di Teramo – Di tale progetto, Comune e Istituto Zooprofilattico non soltanto erano perfettamente al corrente ma insieme a loro si stava vagliando su come procedere. Il progetto era persino stato annunciato in una conferenza stampa dal Sindaco Brucchi stesso. Adesso vogliamo sapere che cosa sia accaduto e di chi siano le responsabilità».