Giornata mondiale del Diabete: il caso Abruzzo

10 novembre 2013 | 11:23
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Giornata mondiale del Diabete: il caso Abruzzo

La Giornata Mondiale del Diabete, oggi, organizzata in 31 località dell’Abruzzo, vedrà i cittadini compilare cartoline con lo scopo di invitare il Governatore Chiodi, titolare della delega alla Sanità, a fare di più per aiutare gli abruzzesi con diabete (100 mila diagnosticati e almeno 30 mila non ancora diagnosticati).

Le Associazioni fra persone con diabete dell’Abruzzo insieme a Diabete Italia chiedono l’immediata attuazione del Piano Nazionale Diabete, un documento del Ministero della Salute che disegna un modello di assistenza alla persona con diabete che consente risparmi immediati in ricoveri e interventi attraverso un accesso appropriato delle persone con diabete all’assistenza specialistica, ai farmaci e ai presidi necessari per evitare che il diabete si aggravi e porti a infarti, ictus, cecità o dialisi.

La Coordinatrice della Giornata Mondiale del Diabete in

Abruzzo, Romana Cialfi, commenta l’iniziativa così: «la Regione metta in atto il Piano e non tagli le Diabetologie. C’è un clima di attesa in Abruzzo per il futuro dell’assistenza alla persona con diabete. Diamo credito alla Regione che in agosto ha recepito il Piano Nazionale Diabete e deve nominare una Commissione per implementarlo – afferma – ovviamente siamo sul ‘chi vive’: il Piano è un passo avanti ma è necessario che venga attuato. In particolare si teme una riduzione nel numero delle Unità operative di Diabetologia in Abruzzo. Il che è paradossale

perché l’Abruzzo ha il poco invidiabile record della maggiore percentuale di persone con diabete in Italia».

«Non è certo il caso – continua la Cialfi – di ridurre il numero di diabetologi e infermieri professionali necessari per far fronte al problema. È vero che la Regione è sottoposta dal Piano di rientro a una forte pressione per ridurre i costi della salute, ma è anche vero che la Diabetologia ’ha già dato’: tra il 2010 e il 2011 il numero di ricoveri per diabete è notevolmente calato per

riduzione dei ricoveri impropri con una conseguente abbassamento della spesa sanitaria».