
«Dalla fine del primo anno di vita fino all’inizio dell’età scolare il bambino sano va incontro ad almeno 5-6 episodi di infezione respiratoria per anno, con punte che possono arrivare anche ad 8-9 in alcuni soggetti». Sono questi i dati diffusi questa mattina dalla professoressa Susanna Esposito, direttore dell’Unità di pediatria ad alta intensità di cura e presidente della Societaà italiana di infettivologia pediatrica. I pediatri si sono ritrovati oggi a Milano per un dibattito sulle novità in tema di prevenzione delle infezioni respiratorie ricorrenti nell’ambito del congresso di Antibioticoterapia in Età Pediatrica.
Le ragioni principali delle crisi tra i minori sono essenzialmente tre: l’immaturità del sistema immunitario, la mancanza di qualsiasi precedente esperienza immunologica e la riduzione dell’efficienza delle difese dovuta ai precedenti episodi infettivi virali. Nei primi anni di vita, infatti, il bambino ha un sistema immunitario non perfettamente in grado di far fronte all’azione lesiva dei diversi agenti infettivi, durante tutto questo periodo, quindi e’ a maggior rischio di contrarre infezioni.
«In genere, si tratta di infezioni delle vie aeree superiori, apparentemente banali – avverte Susanna Esposito – ma per la loro frequenza elevata, creano problemi medici, sociali ed economici non trascurabili. La prevenzione riveste, quindi, un ruolo fondamentale».
Tra gli strumenti di prevenzione per limitare le infezioni respiratorie ricorrenti c’è l’utilizzo degli immunostimolanti che devono essere assunti nel periodo di massimo rischio di insorgenza delle infezioni, quindi immediatamente prima e durante il periodo invernale.
Un altro metodo di prevenzione è il vaccino. Lo conferma il professor Nicola Principi, docente di pediatria: «Novità di quest’anno è stata proprio l’estensione della Commissione Europea all’indicazione di Prevenar13, riformulazione di Prevenar, primo vaccino pneumococcico coniugato, a bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni per l’immunizzazione attiva. L’efficacia del vaccino – ha precisato Principi – è stata dimostrata in uno studio condotto in Liguria dove si e’ riscontrata una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per polmoniti del 15,2%, del 70,5% nelle forme causate dallo pneumococco e del 36,4% nelle otiti».