
di Roberta Galeotti #glocal13
“I nostri sono figli del [i]mobile[/i] e non più solo del digitale”.
Termine moderno ed estremamente inflazionato, Smart City, ha acquisito un nuovo significato grazie all’interessante incontro di questa mattina sulle [i]smartcity[/i] del futuro, tenutosi nel [i]panel[/i] di Glocal nella Sala Campiotti di Varese, che ha spostato l’attenzione della platea sulla gestione dei dati e sulla Smart people.
‘Agenda digitale e Città intelligenti: come cambia la vita per il cittadino’, relatori Giacomo Bonanno (Lab#id, Università Liuc), Michele Vianello (Esperto Smart Cities), Flavio Debellini (Ubi banca) e coordinato da Maurizio Melis (Radio24)’.
«La tecnologia esistente è abbondante, varia e soddisfacente, la vera novità delle smartcities è senza dubbio la gestione e l’analisi dei dati raccolti – ha spiegato Giacomo Bonanno docente dell’università di Varese Liuc – Nelle pubbliche amministrazioni si conservano i dati, mentre invece i dati raccolti dovrebbero essere gestiti e studiati affinché si assicuri una ricaduta positiva sugli utenti».
«La tecnologia la fa chi gestisce i dati – ha dichiarato Michele Vianello, esperto stratega delle Smart Cities – e la difficoltà piu grande delle publiche amministrazioni è avere qualcuno che sappia leggerli e gestirli».
Il tema vero della Smart city è chi gestisce il dato, i silos di dati raccolti negli enti pubblici ad oggi non costituiscono una ricchezza, come invece essi rappresentano in quanto risorsa enorme di informazioni di ogni genere, ma solo una massa informe di dati.
Il progetto di punta dell’amministrazione comunale di Varese è proprio la Smart city. Cioè il tentativo di facilitare la vita dell’utente assemblando tanti più servizi possibili in un unico centro di utilizzo.
Il progetto pilota del Comune, dell’Ubi banca e dell’università varesina Liuc è «una carta di credito utilizzabile come badge per l’università, fruibile per studenti, insegnanti e dipendenti dell’ente», spiega Flavio Debellini, responsabile Ubi Banca. Un unico strumento declinato in diverse soluzioni per facilitare le procedure all’utente finale.
Il referente dell’istituto di credito ha evidenziato quanto sia stata superata la filiale come unico punto d’accesso alla banca che oggi viene raggiunta dagli utenti con 7 forme di accesso attraverso la multicanalità, Pc, smartphone, tablet e telefono fisso. Fruibilità che aumenta la fidelizzazione della clientela, permettendole di entrare in contatto con la banca anche e soprattutto nel tempo libero e senza la costrizione degli orari di apertura delle filiali.
«Il telefonino e lo smartphone – ha aggiunto Debellini – rappresentano ormai la forma più comune di accesso a servizi e informazioni, tanto che la banca ha implementato un [i]proximity payment smartphone[/i] funzionante attraverso uno smartphone nfc e una app di pagamento. I due dispositivi devono essere vicini per la sicurezza dell’utente, ma attraverso il telefonino sarà possibile pagare conti e scontrini come una carta di credito».
Il telefonino diventa sempre più uno strumento utile e fruibile, parte integrante delle nostre vite.
Nel 2015 ci saranno nel mondo 203 milioni di smartphone nfc, 20 milioni in Italia.
Nel 2012 erano 32 milioni gli smart che nel 2015 si stima saranno più di 50 milioni.
Ultimo argomento affrontato nel panel della mattina è stato il concetto della digitalizzazione, che per Michele Vianello «non significa insegnare a 5 anziani ad utilizzare un iPad o uno smartphone, mentre invece significa partire dal sindaco e dagli assessori, dirigenti del comune e addetti amministrativi che sappiano gestire, lavorare e interfacciarsi con la tecnologia per poter diffondere e rispondere alle esigenze degli utenti digitalizzati».