Un ospedale come casa, la storia di un senzatetto

17 novembre 2013 | 01:05
Share0
Un ospedale come casa, la storia di un senzatetto

Per casa la sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero (Teramo). Per due giorni, un senzatetto ha trovato riparo, un pasto caldo e una brandina come giaciglio in ospedale. Poi è stato allontanato dalla polizia locale del Comune.

Quella dell’uomo, un 65enne di origini francesi, è una storia di indigenza, ma anche di indifferenza delle istituzioni. Medici e infermieri del nosocomio si sono presi cura di lui. Poi qualcuno ha chiamato i vigili e l’uomo, che prima di essere licenziato lavorava in un’azienda che vendeva vernici, è stato costretto, zaino in spalla, ad andarsene in lacrime.

I medici sono rimasti esterrefatti quando hanno saputo al telefono che il Comune non poteva occuparsi dell’anziano. Per lui nessun tetto provvisorio, nè un pasto caldo nè una doccia. A piedi, dall’ospedale, ha raggiunto Corropoli facendosi 4 chilometri nella totale indifferenza della società.

Il 65enne ha raccontato ai medici di essere partito da Ventimiglia e di aver raggiunto il Teramano. A Civitella del Tronto, due giorni fa, è stato caricato in ambulanza. Il 118 era stato chiamato dai carabinieri, pensando che il 65enne avesse bisogno di assistenza medica. Invece, i sanitari si sono accorti che il [i]clochard[/i] stava più che bene anche se era apparso disorientato. Aveva solo bisogno di aiuto umano. Ed è rimasto in ospedale, dove ha trovato affetto e riparo fino a pochi giorni fa.