
di Gioia Chiostri
“Donna non si nasce, lo si diventa”. Questo imperativo evocativo, estrapolato dalle memorie di Simone de Beauvoir, prima femminista della storia, potrebbe forse essere l’incisione perfetta per un bassorilievo di gusto e di cultura quale quello che la città dell’Aquila godrà nelle ore di oggi pomeriggio. La professoressa Annamaria Coletti Strangi, ex docente dell’Università degli studi dell’Aquila, terrà alle ore 18, negli interni dell’Auditorium “L. Giugno”, Comando Regionale Corpo forestale dello Stato, una conferenza sulle maghe del mondo antico.
Argomento di nicchia, forse, ma che rivela una grande verità: quella che l’[i]amens mulier[/i], la donna folle che nel tornante medievale ha incontrato le vive fiamme d’un rogo, ha covato dentro di sé un grande sapere. La conoscenza delle arti magiche e con questa il dominio e il potere. «Credo – commenta entusiasta la docente – che a molti interessi il passato e il suo perpetuarsi nel tempo, come il prendere atto che molto permane e si contamina nel corso dei secoli». Il tema dell’incontro disvela il ciò che è stato di molte donne di oggi. Temute, inneggiate o allontanate perché pericolose, le maghe hanno sempre avuto parte integrante nelle favole e novelle partorite nei secoli dalle menti umane. Vere o false che fossero, le loro capacità incredibili rappresentano forse una metafora della donna moderna: la sua odierna determinazione e autonomia, pur conservando quel nocciolo di maternità e devozione per la famiglia, è riflesso di quella ‘magica’ ostinazione e fermezza d’animo antica.
«E’ un argomento che ha fortuna – spiega la Coletti – e suscita interesse come tutto ciò che è misterioso e magico, che permette il potere sugli altri e la manipolazione possibile sulle loro volontà. Circe e Medea, grandi maghe antiche, dee, belle e straniere (quindi pericolose doppiamente), sensuali e disinibite (si ricordi l’importanza della [i]castitas[/i] nel mondo romano), minano alla base la forza e l’autocontrollo virile. Seducono e schiavizzano gli uomini, nonostante la loro imbecillitas animi. Nell’Ariosto e nel Tasso, andando avanti nei secoli, permangono i canoni e gli stereotipi della maga, basti pensare ad Alcina, Armida o Melissa. E poi ci sono le streghe come le oraziane Canidia e Sagana e Veia e la Dipso ovidiana. Laide, vecchie, alcolizzate, ma altrettanto temibili e pericolose. Per arrivare al Cristianesimo, al pericolo del sesso e del demonio, all’Inquisizione, ai Sabba, al noce di Benevento, al rogo di almeno nove milioni di sventurate». Un tuffo misterico nel passato, un viaggio verso l’ava antica e rinnegata di noi stesse; personaggio favoloso che tanto ha dato alla storia letteraria in termini di evanescenza, malizia e miopia delle virtù. Una figura da incontrare, senza dubbio. Ed oggi, grazie alla cultura posta al servizio della comunità, ciò sarà possibile.
Si pensi per un attimo solo a Giovanna d’Arco, donna di estremo potere che, condannata per eresia nel 1431, venne riabilitata da Papa Callisto III e santificata nel 1920. Ora è l’attuale patrona di Francia.