
Se il via libera alla sperimentazione del metodo stamina «va male qui in Abruzzo, non abbiamo più speranze in Italia, andremo all’estero», se però «qui avranno gli attributi per portare avanti una metodica che è dimostrato che funziona, credo che L’Aquila sarà il posto in cui andremo a lavorare». Lo ha detto Marino Andolina, uno dei promotori del metodo di cura Stamina, già direttore del dipartimento Trapianti dell’ospedale ‘Garofalo’ di Trieste, all’Aquila per la riunione della commissione Sanità del Consiglio regionale d’Abruzzo, organizzata proprio sul metodo Stamina.
L’organismo regionale si sta interessando alla sperimentazione, bloccata nel resto del Paese. Proprio dall’Abruzzo arriva la storia di Noemi, la bimba di 18 mesi di Guardiagrele (Chieti), ricevuta da Papa Francesco lo scorso 6 novembre che è in attesa, in questi giorni, della decisione del giudice sul via libera alla cura Stamina.
«Se il via libera alla sperimentazione va male qui in Abruzzo, non abbiamo più speranze in Italia, andremo all’estero – ha ribadito Andolina – Ormai il ministero della Salute ci blocca dappertutto, le aggressioni sono state terribili».
In una recente risoluzione approvata dal Consiglio regionale d’Abruzzo, primo firmatario il consigliere Emilio Nasuti, si afferma il diritto al metodo Stamina per i pazienti negli ospedali in qualità di ‘cura compassionevole‘, ma, la bocciatura del metodo da parte del Comitato scientifico prima e del ministero della Salute poi, ha rimesso tutto in discussione. «Il comitato scientifico nazionale ha detto cose che spero siano perseguibili da una Procura della Repubblica – ha proseguito Andolina – come il fatto che le cellule sono pericolose perché possono trasferire Aids ed Epatite. Allora vanno vietate tutte le trasfusioni di sangue, visto che gli esami sono gli stessi. Ma la nostra terapia in 250 iniezioni non ha prodotto uno starnuto, né una linea di febbre».
«Quello di oggi – ha aggiunto Davide Vannoni, che ha partecipato all’audizione in commissione Sanità – è un incontro tecnico, portiamo dati e strumenti per poter decidere. Il ministro Lorenzin questi dati non li ha neanche visti, non li ha raccolti e non li ha fatti raccogliere dal suo ospedale». «Si tratta di dati di più di 50 medici sparpagliati in diversi ospedali pubblici d’Italia, che hanno visitato i pazienti che abbiamo in cura a Brescia – ha continuato Vannoni – Lorenzin ha nominato un comitato scientifico assolutamente non super partes, di gente che si era espressa contro Stamina prima di essere nominata, quindi senza neanche prendere una carta o mandare i medici a visitare i pazienti. Oggi la medicina ufficiale non lascia ai malati altra possibilità di cura».
Vannoni ha sottolineato che «ci sono cinque Paesi esteri che ci hanno chiesto di portar loro la nostra metodica, ho già parlato con ministri e ambasciatori, c’è un Paese europeo, alcuni dell’America Latina, dell’Africa, dell’Arabia». «Dopo il 10 di gennaio saremo all’università di Miami con Camillo Ricordi, tra i massimi esperti nel trapianto di ‘insulae pancreatiche’, per una sperimentazione biologica sulle cellule molto avanzata – ha concluso – che qui invece non possiamo fare».
ABRUZZO ISTITUISCE TAVOLO TECNICO PER FATTIBILITÀ
– La commissione Sanità del Consiglio regionale ha deciso di istituire presso la Direzione regionale Sanità un tavolo tecnico per verificare, nell’ambito della legge sulle cure compassionevoli, l’applicazione del metodo Stamina in alcuni ospedali abruzzesi. La prima riunione ci sarà la prossima settimana. Vannoni e Andolina oggi hanno incontrato esperti abruzzesi, tra cui Antonio Famulari, responsabile del centro regionale trapianti e Tiziana Bonfini, responsabile medico istituto di cellule staminali banca del sangue di cordone ombelicale della regione Abruzzo.
NASUTI: «NON VOGLIAMO CREARE ASPETTATIVE» – «Stiamo basando il tutto su un confronto dialettico, concreto e tecnico e può darsi che si creino i presupposti per poterla sperimentare in Abruzzo, per la soddisfazione di tutti i pazienti», ha commentato il presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale Emilio Nasuti al termine dell’audizione da parte della commissione Sanità dei professori Davide Vannoni e Marino Andolina. L’incontro è durato circa tre ore e si è concluso con l’istituzione, ha evidenziato il presidente della commissione Sanità, Nicoletta Verì, di un tavolo tecnico per verificare, nell’ambito della legge sulle cure compassionevoli, l’applicazione del metodo stamina in alcuni ospedali abruzzesi.
«E’ stato un ottimo confronto, l’equipe di Vannoni e Andolina hanno parlato con i massimi esperti regionali, la dottoressa Bonfini e il professor Famulari, ora il tavolo tecnico che si riunirà la prossima settimana darà una ulteriore risposta», ha spiegato ancora Nasuti. «Non vogliamo creare aspettative – ha sottolineato il consigliere – ma dare risposte serie, scientifiche».