Immobili «abusivi», pugno di ferro del Comune

22 novembre 2013 | 11:28
Share0
Immobili «abusivi»,  pugno di ferro del Comune

di Antonella Calcagni

Il Comune dopo 30 anni fa sul serio. Con l’ordinanza numero 21 del 2013 il comandante dei vigili urbani Eugenio Vendrame ha disposto una ordinanza di demolizione per alcuni immobili ritenuti abusivi realizzati dall’imprenditore Berardino Del Tosto.

Si tratta della galleria commerciale che si ritiene costruita su proprietà comunale, il nuovo negozio di abbigliamento sito al di sotto della rampa pedonale che dalla sede stradale accede agli uffici anagrafe, e l’intera superficie del bar E-Cibus, che sarebbe stato raggiunto anche da una ordinanza di chiusura. Il gestore del bar, Alfonso Piccinini, riferisce tuttavia di aver già presentato ricorso al Tar che avrebbe accordato la sospensiva, anche se fino a ieri di tale provvedimento non v’era traccia al Comune dell’Aquila.

È chiaro che Del Tosto avrà 90 giorni di tempo per impugnare l’ordinanza di demolizione sempre dinanzi alla giustizia amministrativa. Nel caso della galleria, il Comune ritiene peraltro che sia stata superata la superficie commerciale prevista dal Prg; nel caso della parte interrata l’amministrazione sostiene che la particella sia di proprietà comunale, come pure il bar realizzato al di sotto della rampa pedonale.

«Il Comune sta ricostruendo tutta la vicenda di questa convenzione ripresentando tutti i titoli – ha spiegato il presidente della commissione Territorio Enrico Perilli – il fine è quello di verificarli e dichiarare inefficaci e annullare tutti i condoni che sono in sospeso. Si tratta di un’attività che copre 30 anni. Nel mirino ci sarebbe anche il terzo piano di palazzo Del Tosto per il quale è in corso un processo penale sempre per abuso edilizio. Il fine è quello di riportare ordine in situazioni opache».

«Non è una operazione contro Del Tosto – continua Perilli – sono state scritte 33 lettere ad imprenditori aquilani chiedendo loro di per mettersi in regola. Di recente è stata chiesta a Palmerini l’escussione della polizza fidejussoria per una somma pari a 500 mila».