Coop, «Combattiamo per il nostro posto di lavoro»

26 novembre 2013 | 14:31
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Coop, «Combattiamo per il nostro posto di lavoro»

di Antonella Calcagni

Saranno come un goccia cinese sulla testa dell’amministrazione comunale. Gli 80 lavoratori della Coop, che rischiano il posto di lavoro, dopo lo sfratto dal punto vendita di Pettino, ieri si sono recati in massa nella sede di Villa Gioia per incontrare il sindaco; la stessa cosa avevano fatto venerdì scorso e così sarà ogni giorno, fino a quando l’amministrazione attiva non deciderà di portare in Consiglio comunale il cambio di destinazione d’uso, da attrezzature generali a commerciale, dell’area di proprietà della ditta Palmerini, in cui la Coop intende trasferire il supermercato del Torrione.

Il tempo stringe visto che il 30 novembre avrà scadenza il contratto preliminare di compravendita del contenitore di proprietà dell’imprenditore Palmerini e la stessa Coop. Una intesa che perderà efficacia se non sarà perfezionata entro fine mese. I lavoratori temono che la Coop scappi e lasci per sempre, come minacciato più volte, il territorio aquilano dopo le troppe porte prese in faccia. A fine aprile inoltre scadrà il contratto di solidarietà per gli 80 lavoratori che rischiano così di andare in mobilità. Addio dunque a ulteriori posti di lavoro.

I dipendenti non temono di essere strumento nelle mani di Coop o dell’imprenditore aquilano, non capiscono le ragioni di chi non vuol fare l’ennesimo regalo all’imprenditore di turno. «Non capiamo perché in alcune parti della città si può fare tutto – grida una lavoratrice – l’esempio di via Vicentini è davvero eclatante. Lì si può fare tutto, nel nostro caso invece si fa una questione di principio».

«Non si può far fuggire gli imprenditori che vogliono investire in città», aggiunge Dario Faragani. «Combattiamo per il nostro posto di lavoro – aggiunge Elisabetta Panella – facciano in fretta prima che sia troppo tardi». Nel frattempo la Cgil ha chiesto un incontro con la conferenza dei capigruppo tesa a comprendere quali siano gli ostacoli che impediscono al consiglio di attuare la modifica di cambio di destinazione d’uso.

Sempre ieri mattina anche una delegazione di lavoratori della Fida chiedeva di incontrare Massimo Cialente. Si tratta di 10 operai che dalla Fida avevano deciso di passare al servizio macerie e ora si trovano senza lavoro. «Siamo stati presi in giro dal sindaco – hanno detto – Abbiamo scelto le macerie salvando i nostri colleghi dalla mobilità e dopo 5 mesi, nonostante le promesse, siamo di nuovo a casa».