Giulio Perpetuo, di corsa fino alla vetta del mondo

27 novembre 2013 | 14:33
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Giulio Perpetuo, di corsa fino alla vetta del mondo

di Claudia Giannone

Ed eccoci arrivati al piccolo Comune di Sulmona. Muovendoci per il labirinto di vicoli che ci si presenta dinanzi agli occhi, giungiamo presto in Piazza, luogo di ritrovo per tutti. Ma cosa c’è? Un foglio di carta, affisso ad una bacheca di sughero, si agita debolmente colpito dal vento primaverile dell’Abruzzo.

“Giulio Perpetuo campione d’Italia”. Il passante, incuriosito, vuol saperne di più, e si avvicina per leggere l’articolo. Sotto il titolo, una foto: un ragazzo dai lunghi capelli castani, leggermente mossi, dagli occhi scuri e dal fisico allenato, si appresta a tagliare il traguardo di una corsa che, certamente, è stata finora la più importante della sua vita.

Un turbine di emozioni coglie subito l’uomo che, leggendo quelle semplici righe, si sente trascinato indietro nel tempo, fino al giorno della gara.

Il sole splende alto nel cielo, nella calda mattinata del capoluogo abruzzese. Ogni cosa è pronta per ospitare la gara che porterà il ragazzo sulla vetta della penisola italiana.

Le scene passano davanti gli occhi, ed ogni cosa sembra essere reale. L’allenamento, l’ansia di ogni atleta, i pochi mormorii sugli spalti in attesa dello sparo iniziale. Ed un ragazzo che spunta tra tutti, con la sua folta chioma al vento. È facile leggere i suoi occhi: preoccupazione, davvero tanta, ma anche consapevolezza di avere le carte in regola per vincere.

E quando finalmente tutti i partecipanti sono collocati sulla linea di partenza, ecco che arriva il colpo sordo, netto, che fa trasalire ogni spettatore. La lotta è agguerrita, non c’è che dire, ma ben presto il tutto prenderà una piega diversa. Ed è qui che si nota la vera stoffa del campione. Con una resistenza notevole, il giovane riesce a portarsi in testa, dominando per l’intera corsa ed arrivando al traguardo per primo, in netto anticipo.

Ma proprio nel momento in cui il ragazzo sta per esultare, il lettore si desta da quel sogno ad occhi aperti.

E chiunque crede che sia solo una fiaba per far addormentare i bambini, si dovrà ben presto ricredere.

Giulio Perpetuo, nato il 31 marzo 1996, ha sempre avuto le idee ben chiare sul proprio futuro. È proprio lui ad affermare: «Da quando ero piccolo, ho sempre avuto la passione di correre tanto. Mia madre mi dice che io non ho mai gattonato, ma appena mi sono alzato ho iniziato a correre».

Sfortunatamente, nel piccolo comune di Sulmona, le possibilità non sono molte. Anzi, è stato proprio questo a fermare il piccolo Giulio che, all’età di 6 anni, aveva già voglia di realizzare il proprio sogno: le continue richieste ai genitori, però, non potevano essere soddisfatte. Tutto ciò, comunque, non riuscì a scalfire minimamente il suo sogno, e qualche corsa con suo padre non mancava di certo. Da lì, tutti iniziarono a notare la sua spiccata resistenza, che ancora oggi lo caratterizza in ogni gara. Ma procediamo per gradi.

È il 5 dicembre del 2008, e tutto finalmente ha inizio.

Viene organizzata una gara di corsa campestre nella scuola media frequentata da Giulio. Ed il ragazzo, alla giovanissima età di 11 anni, non ci pensa due volte ad iscriversi. Impossibile immaginare la sua felicità nell’arrivare al traguardo per primo. Una semplice corsa scolastica, ma un grande passo verso il futuro che sempre aveva sognato.

Dopo qualche giorno, un professore bussa alla porta della sua scuola: finalmente, per lui è arrivato il momento di iniziare a fare sul serio. Alla proposta di iniziare con l’atletica, non può che rispondere di sì.

Ogni momento per lui era oro. Ogni singolo centimetro percorso lo faceva salire su un altro mondo. Un ragazzo che, con umiltà e voglia di andare avanti, ha sempre cercato di migliorare le proprie prestazioni e non ha perso la testa dinanzi a nulla.

Le prime gare non sono, però, tra le migliori. E anche nelle regionali, Giulio non si esprime al meglio. Ma tutto sta per cambiare. Perché uno solo è l’obiettivo fisso nella mente del giovane atleta: indossare la maglia dell’Abruzzo per rappresentare la propria regione; quella terra che lo aveva messo al mondo, che gli aveva dato ogni cosa, senza volere nulla in cambio.

Ed è proprio qui che Giulio inizia a sbocciare. Come un grazioso fiore primaverile, con l’arrivo della bella stagione, rappresentata dalla sua adolescenza, il ragazzo matura, e mostra delle doti che, finora, erano solo un accenno.

Quando si trova ad indossare la casacca con i colori della regione abruzzese, l’orgoglio riempie il suo cuore. Arriva, così, la consapevolezza di dover fare tutto il possibile. E già nella prima gara a livello nazionale, riuscirà a chiudere con un settimo posto.

Il tempo passa, e le gare scorrono. Giulio conquista nuovi primati, nuovi risultati e nuove soddisfazioni, andando avanti grazie alla propria voglia di conquista. Sempre supportato dalla propria famiglia e dall’insegnante che, dagli 11 anni in poi, ha deciso di seguirlo, il ragazzo riuscirà ad arrivare davvero in alto.

Notevole, senza dubbio, anche la corsa dei Campionati Italiani su pista. Oltre ad aver conquistato il quinto posto, l’atleta riesce a rompere il “muro dei sei minuti”: in un tempo di 5 minuti e 53, coprirà una distanza di 2000 metri. Cosa molto difficile per chi è agli esordi.

Anche il settore tecnico della Nazionale rimane ammaliato dinanzi alle continue prestazioni sfoggiate dal talento sulmontino. Tutti iniziano a conoscerlo, informandosi sulla storia e sui risultati del ragazzo.

Il 2012, per lui, inizia così con una marcia in più. Nella prima gara della stagione, riesce a raggiungere il tempo minimo per i criteri di partecipazione ai mondiali dell’anno in corso; e dopo allenamenti estenuanti e prove sfiancanti, è pronto per i 1500 metri al Brixia Meeting, gara internazionale nella quale conquista il secondo posto. Medaglia d’argento per il giovane che, in qualunque situazione, non ha mai smesso di credere.

Con il miglior risultato nazionale in una gara sui 3000 metri, arriva la convocazione al suo primo raduno nazionale a Camerino.

«Poi arrivarono i campionati italiani su pista a Firenze. E lì puntavo naturalmente alla medaglia d’oro sulla distanza dei 3000 metri». Questa frase viene pronunciata dal mezzofondista con un tono basso, mentre gli occhi fissano le mani, che si torturano a vicenda.

Durante gli ultimi giorni di intensi allenamenti, infatti, Giulio ha un infortunio: una micro frattura sul secondo metatarso. Riesce comunque a strappare un quinto posto, ma non sfoggiando la prestazione che si aspettava.

«Da lì iniziò il mio inferno, non potendomi allenare per quattro settimane. Ma appena ricominciai, la forza di volontà era così tanta, che in pochi mesi con la mia allenatrice riuscimmo ad arrivare ad una buona condizione fisica».

Dopo altri due raduni con la nazionale per l’atleta, scanditi da nuovi record sbalorditivi, si torna a casa. Ma dopo soli sette giorni, arriva la finale dei Campionati Nazionali Studenteschi, e come già si sa, finalmente Giulio Perpetuo può abbracciare il tricolore e baciare la propria medaglia d’oro. Il prossimo obiettivo? Senza dubbio le Olimpiadi.

Ciò che inizialmente appare come una storia del tutto inventata, sfocia successivamente in una biografia. La finzione si mescola con la realtà, in un intreccio di avvenimenti che hanno come scopo quello di presentare un giovane con la propria passione: correre, sempre.