
«Rischia di rivelarsi un boomerang per la Regione Abruzzo e per le Asl», secondo i segretari provinciali dei sindacati dei medici Anaao e Fesmed, Alessandro Grimaldi e Claudio Zoccoli, l’applicazione della legge Balduzzi, che prevede il rientro all’interno delle strutture delle Asl dei medici che al momento esercitano la libera professione intramoenia allargata nei loro studi. A causa della insufficienza degli spazi e delle apparecchiature a disposizione negli ospedali.
La denuncia è in una nota in merito alla questione legata alle visite intramoenia dei medici ospedalieri che ha la scadenza di fine anno. L’attività intramoenia è remunerativa: nella sola Asl provinciale dell’Aquila il fatturato è di quasi 4milioni di euro con un saldo attivo di 700mila euro circa.
I due sindacalisti chiedono alla Regione di «esperire percorsi alternativi, come la messa in rete degli studi dove attualmente i medici esercitano l’attività libero-professionale o, dove possibile, il convenzionamento degli studi. Questo per dare tempo alle Asl di organizzarsi e di attuare un rientro graduale dei medici».
L’allarme c’è in tutta la Regione, anche se i due medici fanno specifico riferimento agli ospedali dell’Aquila, di Sulmona (L’Aquila) e di Avezzano (L’Aquila).
A questa situazione si è arrivati «per alcune incomprensioni intercorse tra gli apparati amministrativi delle Asl – scrivono – ed alcuni funzionari regionali che hanno alimentato l’idea errata che tutte le aziende sanitarie della regione disponessero all’interno dei presidi ospedalieri di spazi sufficienti. Vista la situazione logistica di alcune aziende e in particolare di quella di Avezzano-Sulmona-L’Aquila sarà difficile assicurare apparecchiature mediche e spazi per tutti».
Per i due medici, il rischio è un esodo dei medici verso strutture private: «dove è prevedibile che si assisterà ad una lievitazione dei costi per professionisti e soprattutto pazienti. Allo stato attuale è impensabile che in un ospedale come quello dell’Aquila, dove alcuni reparti sono ancora in strutture provvisorie e i lavori di recupero delle parti danneggiate dal sisma del 2009 sono in ritardo, si possano reperire in tempi brevi spazi e apparecchiature. Per non parlare dell’Ospedale di Avezzano che da sempre ha una cronica carenza di spazi o del ‘fatiscente’ Ospedale di Sulmona».