
Come superare la cronicizzazione delle malattie mentali nei centri diurni dei dipartimenti di salute mentale? Da Sulmona, nella splendida cornice della Badia celestiniana, la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, con la pianificazione di nuove strategie, si prepara a svecchiare le vecchie metodologie e ad avviare nuove tecniche di lavoro, sulla base di evidenze scientifiche, nella gestione dei centri diurni del Dipartimenti salute mentale. Nuove metodiche messe a punto e ‘testate’ da prestigiosi istituti di ricerca come il Mario Negri di Milano.
L’analisi e le risposte a questa nuova impostazione del lavoro sono attese dal convegno di formazione professionale di domani, martedì 3 dicembre, a Sulmona, alla Badia celestiniana, dalle 8.30 alle 18.00, dal titolo: “[i]Il ruolo del centro diurno all’interno del Dipartimento salute Mentale: proposta per il superamento della cronicizzazione dei servizi[/i]”.
I lavori, validi come corso di formazione, sono organizzati dal Coordinamento dei centri diurni della Regione e vi parteciperanno, tra gli altri, responsabili della Salute mentale di Ravenna e di altre Asl abruzzesi.
Il corso, diretto da Vittorio Sconci, direttore del dipartimento di salute mentale della Asl 1 Abruzzo, vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Angelo Barbato dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano; Paola Carozza, direttore del dipartimento di salute mentale di Ravenna; Giovanni Colonna, psicologo del centro diurno Asl di Vasto e Angelo Gallese, direttore del centro salute mentale di Avezzano. Il corso, la cui segreteria organizzativa è stata curata dalla dottoressa Marialuisa Rossi, è riservato alle figure di psichiatra, psicologo, assistente sociale, tecnico della riabilitazione psichiatrica, educatore professionale e infermiere professionale.
«Il centro diurno – precisa Sconci – non deve essere più inteso come un luogo fisico, ma come un insieme di attività e iniziative a fini riabilitativi, tesi al reinserimento del paziente nel mondo produttivo, nel sociale e nella cultura. Serve quindi un cambio di passo e un nuovo approccio riabilitativo che consenta al paziente di farsi efficacemente curare e di ridiventare protagonista della propria vita».